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Lo sforzo fisico aumenta le risposte degli uomini agli stimoli sessuali

Lo sforzo fisico aumenta le risposte degli uomini agli stimoli sessuali

Gli studi del secolo scorso hanno indicato che le nostre reazioni emotive possono trasferirsi da una situazione all’altra. Lo stesso accade con l’eccitazione fisiologica. Ciò porta quindi ad attribuire erroneamente le emozioni causate da eventi precedenti a situazioni ed eventi che non le hanno provocate.


Una situazione in cui una persona che è felice per qualche fortunata svolta degli eventi, continua a provare felicità e ad attribuire quei sentimenti positivi anche ad altri eventi. Allo stesso modo, una persona che è arrabbiata a causa di un’interazione con qualcuno, può agire in modo meno positivo del solito con coloro che incontra subito dopo.


I ricercatori collegano queste caratteristiche delle reazioni emotive umane all’aumentata attività del sistema nervoso simpatico, una parte del nostro sistema nervoso autonomo che regola le risposte di “lotta o fuga”. Quando si attiva in momenti di stress, minaccia o eccitazione, aumenta la frequenza cardiaca, dilata i vasi sanguigni, aumenta la pressione sanguigna e rilascia ormoni dello stress come l’adrenalina, preparando il corpo per un’intensa attività fisica o situazioni di emergenza.


L’autore dello studio Johannes B. Finke e i suoi colleghi erano interessati a mettere alla prova le recenti scoperte secondo cui l’esercizio fisico renderebbe gli uomini più sensibili agli stimoli sessuali. Volevano sapere in che modo le risposte fisiologiche a tali stimoli (ad esempio, immagini con contenuto sessuale) potrebbero differenziarsi dopo lo sforzo fisico.

I ricercatori hanno organizzato uno studio che ha incluso 45 studenti universitari di genere maschile. Per partecipare allo studio, gli studenti dovevano avere un indice di massa corporea compreso tra 18 e 30 (ovvero non essere sottopeso od obesi), non avere malattie psichiatriche o croniche, non essere fumatori eccessivi o consumatori di droghe. Dovevano anche non allenarsi per più di 8 ore a settimana o lavorare nei turni notturni.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a uno dei due gruppi: il gruppo con la presenza di stress (cioè esercizio fisico) o il gruppo di controllo. All’inizio dell’esperimento, un ricercatore faceva sedere un partecipante su una sedia comoda e gli collegava l’attrezzatura per misurare la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e altre risposte fisiologiche.

I partecipanti si riposavano per 5 minuti e poi si sottoponevano a un test di forza della presa, cioè veniva chiesto loro di afferrare un dispositivo di prova nelle loro mani il più forte possibile. Tutto questo seguito da un altro riposo di 10 minuti, dopo il quale, i partecipanti hanno valutato il loro stress soggettivo, l’eccitazione e l’ansia su una scala presentata su uno schermo.

Successivamente, i partecipanti hanno eseguito un compito di forza della presa isometrica, ovvero è stato chiesto loro di afferrare il dispositivo di misurazione e mantenere la pressione per 3 minuti. Al gruppo di stress è stato chiesto di applicare il 45% della loro forza di presa massima per questo periodo (cioè, applicare una forte pressione), mentre al gruppo di controllo è stato chiesto di afferrarlo con il 10% della loro forza di presa massima (cioè, applicare una pressione molto debole). Dopo questa procedura e un riposo di 7 minuti, sono state mostrate loro delle immagini.

Le immagini sono state organizzate in gruppi: immagini che mostrano violenza/minaccia, attività sportive, coppie erotiche, situazioni sociali quotidiane o paesaggi naturali. La presentazione è stata organizzata in blocchi in modo da ridurre al minimo l’interferenza tra le diverse categorie di immagini.

I ricercatori hanno utilizzato le immagini della “natura” come punto di riferimento per valutare le reazioni ad altri tipi di immagini. Per assicurarsi che i partecipanti presentassero la stessa attenzione a tutte le immagini, i ricercatori hanno dato loro il compito di premere un pulsante ogni volta che vedevano due immagini appartenenti alla stessa categoria in successione.

I ricercatori hanno raccolto dati sulle risposte di attivazione dei partecipanti utilizzando un dispositivo di tracciamento oculare. Queste risposte sono state indotte da un forte rumore bianco riprodotto in cuffia per mezzo secondo. Hanno anche raccolto dati su pressione sanguigna, variazioni della frequenza cardiaca (elettrocardiogramma), attività di diversi muscoli (elettromiografia), diametro della pupilla (tramite l’eye tracker) e conduttanza cutanea.

I risultati hanno mostrato che la condizione di stress ha portato a una frequenza cardiaca più elevata rispetto al controllo. I partecipanti hanno anche valutato la condizione di stress come più attivante. I partecipanti hanno mostrato un aumento della conduttanza cutanea durante la visualizzazione di immagini sessuali e immagini di violenza rispetto alle reazioni alle immagini della natura.

Confrontando i due gruppi, i risultati hanno mostrato che le risposte di trasalimento e la conduttanza cutanea alle immagini emotive non sono state influenzate dal precedente trattamento dello stress. Le variazioni della frequenza cardiaca e le risposte pupillari sono state aumentate nel gruppo sperimentale rispetto a quello di controllo. In termini semplici, la richiesta di afferrare con forza il dispositivo di misurazione e tenerlo premuto per 3 minuti ha portato a un aumento della frequenza cardiaca e a cambiamenti nelle risposte della pupilla durante la visualizzazione successiva di immagini sessuali, rispetto al gruppo che impugnava il dispositivo di misurazione solo leggermente.

Presi insieme i risultati forniscono un’evidenza del miglioramento dell’elaborazione sessuale da parte dell’esposizione allo stress acuto negli uomini e suggeriscono un coinvolgimento differenziale dei meccanismi parasimpatici rispetto a quelli simpatici. Va sottolineato inoltre che questi effetti dello stress acuto sono del tutto contrari agli effetti che lo stress grave e/o cronico hanno sulle funzioni sessuali e riproduttive.

Il documento fornisce un prezioso contributo alla comprensione scientifica delle risposte fisiologiche agli stimoli sessuali. Tuttavia, ha anche dei limiti che devono essere presi in considerazione. In particolare, gli stimoli utilizzati erano immagini, mostrate in una situazione in cui i partecipanti erano indotti a prestare loro uguale attenzione. Inoltre, tutti i partecipanti erano giovani. I risultati in situazioni più naturalistiche e su gruppi di età diverse potrebbero non essere gli stessi.

 


Articolo adattato e tradotto dal dottor Alessio Masotina

Bibliografia

www.psypost.org/2023/06/physical-exertion-increases-mens-responses-to-sexual-stimuli-165616



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