DISTURBO DELL’ORGASMO
Si tratta di un’incapacità e/o grande difficoltà a provare l’esperienza dell’orgasmo nelle varie situazioni sessuali. Essa può essere sempre stata presente (anorgasmia primaria) o manifestarsi con un particolare partner o ancora in un periodo particolare della vita (anorgasmia secondaria).
Per orgasmo si intende la combinazione di un’esperienza soggettiva e di modificazioni fisiologiche che avvengono all’interno della vagina e della zona pelvica. Le descrizioni soggettive si possono riassumere in espressioni come “raggiungere il culmine”, “tensione crescente che poi si allenta” o “intenso eccitamento che si libera sfociando in rilassamento”. Da un punto di vista fisiologico la componente motoria si manifesta con contrazioni ritmiche e involontarie del muscolo pubococcigeo che circonda la vagina.
Il culmine del piacere può essere raggiunto sia attraverso la stimolazione diretta della zona genitale, in particolare del clitoride, sia anche dalla stimolazione di qualunque altra parte del corpo. L’orgasmo può essere provocato anche da fantasie e percezioni in assenza di stimolazione corporea (come accade ad esempio durante i sogni).
L’orgasmo femminile è uno: quando si parla di orgasmo “clitorideo” o “vaginale” si intende due punti di partenza (due percorsi del piacere) che conducono comunque allo stesso punto di arrivo. Infatti da un punto di vista fisiologico le contrazioni che si associano all’esperienza dell’orgasmo sono le stesse, ma la differenza sostanziale è che nel primo caso queste si verificano “a vuoto”, mentre nel secondo le contrazioni fanno presa su di un pene, delle dite o un dildo, modificando la sensazione soggettiva.
E’ importante sottolineare come la possibilità o meno di raggiungere il piacere in uno o nell’altro modo siano da considerare normali variazioni della risposta sessuale femminile. Per molto tempo infatti, l’orgasmo vaginale è stato enfatizzato dagli “uomini” che consideravano anormali o frigide le donne che non riuscivano a raggiungere il piacere grazie al “glorioso fallo”.
Questo pregiudizio traspare ancora oggi quando alcune pazienti si rivolgono ad uno specialista affermando che i propri compagni hanno suggerito loro di rivolgersi al sessuologo poiché non è normale che abbiano solo “quell’orgasmo”, o che godano solo stimolando il clitoride. Godere di un orgasmo vaginale non è l’unica possibilità di soddisfazione sessuale. Sarà importante individuare quella forma di piacere che appaga e soddisfa la persona indipendentemente da apriori concettuali.
Abbandonando la distinzione tra orgasmo clitorideo e vaginale, buona parte degli studi evidenziano come la parte implicata in modo prevalente nell’orgasmo è il clitoride nelle sue estensioni (innervazioni fino alla vagina) e che è più corretto parlare di forme di stimolazione diversa rispetto a orgasmi diversi, enfatizzando l’esistenza di molteplici indici di orgasmo femminile lungo un continuum clitorideo-vaginale.
Cause del disturbo dell’orgasmo
Per fare diagnosi di anorgasmia occorre eliminare la possibilità che il problema sia dovuto a farmaci (es. antidepressivi) o a malattie organiche (es. sclerosi multipla, neuropatie, lesioni spinali) o mentali (es. depressione).
Terapia del disturbo dell’orgasmo
Un fattore importante per la programmazione dell’intervento è il fatto che l’anorgasmia sia primaria o secondaria. Nel primo caso la terapia potrà prevedere l’utilizzo di tecniche volte a sperimentare in maniera diretta e graduale le sensazioni erotiche dall’esplorazione tattile del proprio corpo (mappatura delle zone erogene) alla masturbazione, lavorando anche sulle fantasie sessuali, fino all’eventuale coinvolgimento del partner. Potrebbe essere inoltre di ausilio l’indicazione di una psicoterapia individuale. Nell’anorgasmia secondaria il trattamento potrà mantenere alcuni interventi simili ma saranno analizzate più in profondità le dinamiche del rapporto di coppia, eventuali conflitti e molto del lavoro sarà focalizzato sulla comunicazione sessuale tra i partner e sulla condivisione di un immaginario erotico.