Omosessualità e disturbi alimentari
Nei paesi occidentali è stato riscontrato che gli uomini omosessuali sono più vulnerabili ai disturbi alimentari rispetto agli uomini eterosessuali.
La teoria più diffusa relativamente alle possibili cause, è che l’insoddisfazione del corpo sia la variabile critica che determina l’insorgenza di tali disturbi. (Boroughs &Thompson,2002). L’ insoddisfazione corporea nei maschi omosessuali è leggermente diversa dall’insoddisfazione corporea nelle femmine; in quanto coinvolge peso e muscolosità.
Laddove l’estremità femminile della bellezza è sottile, l’ideale omosessuale non è solo essere magri, ma anche muscolosi (Yelland & Tiggemann, 2003). Si ritiene che l’insoddisfazione per il proprio corpo derivi principalmente dalla pressione esercitata dalle aspettative socio-culturali (Stice, Maxfield, &Wells,2003; Stice & Shaw, 2002).
L’aumento della pressione percepita nella comunità gay per raggiungere la figura maschile ideale, aumenterebbe le preoccupazioni corporee e l’insoddisfazione corporea negli uomini omosessuali. Alcuni autori affermano che non è principalmente l’orientamento sessuale, ma la femminilità, ad essere associata a livelli più alti circa il rischio di sviluppo di disturbi alimentari, mentre la mascolinità è stata associata a livelli più bassi; quindi essendo la femminilità un fattore di rischio, la mascolinità sembra essere un fattore protettivo riguardo il rischio di sviluppare disordini alimentari.
Si suppone che la femminilità sia un rischio per l’insorgenza di disordini mentali a causa della forte pressione esercitata dalla società occidentale, per l’importanza data all’apparenza. Sebbene i maschi omosessuali ottengano punteggi più bassi nelle misure di mascolinità rispetto alle eterosessuali e misure più elevate rispetto alla femminilità, (Meyeret al.,2001; Strongetal.,2000), l’orientamento sessuale non necessariamente coincide con la mascolinità / femminilità: alcuni uomini omosessuali sono relativamente maschili e relativamente femminili. Russel and Keel (2002) ad esempio, non hanno riscontrato femminilità come tratto distintivo degli omosessuali.
La bassa autostima è stata correlata alla possibile insorgenza di disturbi alimentari. Williamson (Williamson, 1999; Williamson& Hartley, 1998) sostiene che ‘’l’omonegatività” interiorizzata – definita come ostilità e pregiudizio nei confronti dei maschi omosessuali – influisce sull’autostima degli omosessuali e che è la loro bassa autostima che è fondamentale per sviluppare possibili disturbi. La ridotta autostima e la maggiore insoddisfazione del corpo sono i sintomi più importanti del disturbo alimentare.
I risultati della ricerca mostrano che i sintomi del disturbo alimentare sono fortemente correlati all’insoddisfazione del corpo e, contrariamente a una parte dell’ipotesi, non sono significativamente correlati al livello di autostima.
L’insoddisfazione corporea si è rivelata fortemente associata all’IMC, alla pressione dei pari, in particolare tra gli omosessuali.
Questo studio ha fornito maggiori informazioni sui possibili precursori dei disturbi alimentari evidenziando il ruolo centrale dell’insoddisfazione del corpo. Inoltre, i risultati possono essere un input per ulteriori studi al fine di comprendere meglio l’incidenza dei maschi omosessuali tra i maschi con disturbi alimentari.
A cura di Centro Integrato di Sessuologia IL PONTE (trad. Dott.ssa Cristiana Sardellitti)
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