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BDSM e trauma: superare gli abusi con il BDSM

BDSM e trauma: superare gli abusi con il BDSM

Quale legame esiste tra BDSM e trauma? Le pratiche BDSM – bondage e disciplina, dominazione e sottomissione, sadismo e masochismo – vengono talvolta ritenute delle attività erotiche che si sviluppano conseguentemente ad un vissuto di abuso o molestia sessuale in giovane età (Hopkins et al., 2016; Nordling et al., 2000; Yost & Hunter, 2012). Questa credenza è errata (Brown et al., 2020; Hillier, 2019; Richters et al., 2008; Ten Brink et al., 2020), anzi queste pratiche estreme sono utilizzate talvolta come ausilio per affrontare e trasformare il ricordo traumatico di un’esperienza di abuso infantile o maltrattamento adolescenziale, in uno non traumatico.

BDSM e trauma. Uno studio:

Lo studio del 2021 di Cory e collaboratori esplora questa accezione verso il BDSM, ricercando dei temi psicologici ricorrenti nell’esperienza di coloro che affrontano il trauma relazionale e sessuale per mezzo del BDSM e le condizioni che permettono la modificazione della memoria del vissuto traumatico.

I partecipanti che hanno preso parte allo studio sono stati abusati e molestati in età infantile e/o adolescenziale, includendo sia maltrattamenti fisici come abusi, sia abusi verbali e atti di bullismo per il proprio orientamento sessuale. Tutti loro sono membri della comunità BDSM e praticano attualmente il bondage, la sottomissione e/o dominazione con tendenze sadiche e/o masochistiche. I ricercatori hanno intervistato per un’ora circa i partecipanti e, dalle narrazioni risultanti, sono stati ricavati diversi temi che caratterizzano come vivono le loro attività BDSM avendo una storia di abuso alle spalle. Viene considerato il contesto di guarigione dal trauma, cioè i trattamenti terapeutici fatti o in corso e le norme interne alla comunità BDSM della quale fanno parte. In questa circostanza culturale e sociale i partecipanti sono riusciti a elaborare il loro trauma, attraverso la riconsiderazione del loro concetto di sé, la liberazione del peso del trauma nella relazione BDSM, il reclamo e la riconcettualizzazione del potere a loro in passato negato, la riproposizione di comportamenti e la ridefinizione del dolore.

Che ambiente è quello della comunità BDSM? I partecipanti lo descrivono come positivo e protetto, in cui la sicurezza è garantita dall’uso delle safeword e la pratica ruota attorno valori quali il consenso e il supporto.

BDSM e trauma. I fattori terapeutici:

La terapia concomitante al BDSM amplia la prospettiva

Si è rivelato essenziale un supporto psicoterapeutico per inquadrare l’esperienza del BDSM in un’ottica di cura, infatti tutti i partecipanti hanno riferito come molto importante l’aiuto di uno psicologo il quale aiuta la persona a dare un significato al disagio che può provare durante la pratica BDSM. Ad esempio una ragazza spiega che è arrivata a comprendere le radici del disagio che provava mentre le venivano tirati i capelli, analizzando il passato e il presente con lo psicologo. Un’altra ragazza dice: “Penso che la comunità BDSM sia stata una grande risorsa per me nell’affrontare la vergogna e i sentimenti orribili del mio abuso, con i quali sono cresciuta. Ho incontrato persone che sono diventate sia amici che mentori. Sono molto aperti sessualmente e quindi è molto più facile avere un dialogo con loro sulla mia vita… essere sincera su quello che ho vissuto, senza dovermene vergognare.”

La filosofia del BDSM

Le norme che caratterizzano il BDSM hanno avuto un ruolo fondamentale nel processo di guarigione: le safeword (parole di sicurezza per interrompere immediatamente la pratica), l’aftercare (il tempo di attenzione e cura dopo l’attività BDSM per calmarsi e tranquillizzarsi), le references e il debriefing (la discussione e rielaborazione dell’esperienza avuta in coppia), lo sviluppo di abilità per essere sottomessi e dominare, i consigli del mentore. Il tutto in un’ottica che dà molta importanza al consenso. L’esperienza che deriva dal seguire queste norme è totalmente diversa da quella traumatica di abuso, come ricorda un ragazzo raccontando: “…la mia matrigna continuava, a prescindere da ciò che io dicevo”.

Dare fiducia e potere all’altro

La pratica BDSM ha permesso ai partecipanti di rafforzare costrutti interni del sé che erano stati danneggiati o distorti durante le esperienze traumatiche precoci. Tramite le esperienze di BDSM i partecipanti hanno acquisito un rinnovato senso di fiducia e stima verso di sé e gli altri, in accordo con la loro verità ed autenticità di vita. La fiducia verso loro stessi è aumentata in vari aspetti di vita, un vero e proprio aumento della sicurezza in sè. Una ragazza confida: “sei portata ad abbandonarti a tutte le tue insicurezze e quindi ne esci più forte”.

Quando i partecipanti hanno iniziato a praticare BDSM hanno rivalutato e modificato le rappresentazioni di loro stessi secondo i loro schemi sessuali, contaminati dalle loro esperienze di abuso. Per esempio le prime esperienze sessuali abusanti di una ragazza l’avevano portata a vedersi come “uno strumento per la masturbazione dei ragazzi”, grazie all’intimità e alla connessione che ha creato col partner BDSM, lei è riuscita piano piano a non vedersi come oggetto nelle situazioni sessuali. Impegnarsi in pratiche BDSM non direttamente sessuali ha aiutato a riformare le percezioni riguardo al sesso di molti partecipanti: “togliere l’aspetto penetrativo è ciò che mi ha aiutata a guarire, o almeno a rivedere la mia conoscenza sul sesso in modo positivo”. Hanno approfondito e compreso la loro dimensione sessuale, come si è sviluppata e come è stata condizionata da cosa. La scoperta del sé sessuale ha creato nei partecipanti una visione più ampia e ha permesso loro di separarsi dalle loro esperienze di abuso. Tramite il coinvolgimento nelle dinamiche di potere durante il BDSM, molti di loro hanno ampliato la consapevolezza e la conoscenza di sé, creando nuove narrazioni su loro stessi che includano anche il vissuto di abuso, ma in modo diverso; come dimostra un partecipante che afferma “sono quello che sono anche per quello che è accaduto, e non cambierei chi sono”.

Esserci per l’altro: l’auto liberazione nella relazione

La particolare relazione che si instaura durante il BDSM ha la funzione di contenitore delle paure della persona, in quando assicura la protezione e sicurezza dell’esperienza. Quando la situazione è nelle mani del dominatore, il sottomesso ha la possibilità di lasciarsi andare perché sa che è la protezione è controllata dall’altro. Quando si è sotto il potere di un altro si è portati ad assumere il ruolo che soddisfa il proprio bisogno di protezione e di fiducia verso l’altro, al contrario di quello che i partecipanti hanno vissuto crescendo dove non si sono mai sentiti al sicuro, né a casa propria né fuori. La relazione che si sviluppa include l’essere accudito e il prendersi cura, per mezzo della creazione di legami interpersonali profondi e ricchi che permettono ai partecipanti di sperimentare un modo nuovo e appagante di vivere le relazioni.

Nella pratica BDSM vengono maturate capacità relazionali che prima erano poco sviluppate, come l’abilità di comunicare i propri bisogni e desideri, dando anche la possibilità alle persone di prendere dei rischi interpersonali avendo la sicurezza di essere in un luogo protetto.

Rivendicare il potere

Mentre l’esperienza di abuso ha deprivato i partecipanti del potere e li ha resi inerme, con il BDSM hanno potuto delineare i propri limiti, invertire le logiche del potere e ricostruire la propria autonomia. I confini vengono ora rispettati grazie alle safeword, in confronto ad un passato in cui venivano costantemente oltrepassati. La credenza nel passato era “non dire No a nulla”, una ragazza riporta che era la norma “chiudere gli occhi e sperare che sarebbe finita quanto prima”, mentre nel BDSM il No e i segnali di stop sono rispettati e tenuti in considerazione dal partner. BDSM è anche avere il potere e il controllo su ciò che accade, oppure “to be powerless is powerful” (essere impotenti è potente). La rivendicazione di potere è contemporanea a una rinuncia alla vigilanza e al controllo, tema sentito spesso dalle persone che hanno sofferto del disturbo da stress post-traumatico: “seppur so che in fin dei conti ho comunque io il controllo, mi permetto di non essere io quella che pensa a ogni singola cosa. Posso lasciare andare la mia mente e non pianificare tutto”.

Riproporre i comportamenti traumatizzanti

Nel BDSM i partecipanti hanno approcciato in modo graduale gli stimoli che li spaventavano e sono arrivati a mettere in scena situazioni che gli ricordavano l’abuso subito. Una ragazza riferisce che con il suo compagno ha lavorato sulla sculacciata in quanto la riportava all’aggressione che le ha rotto il coccige, ora afferma di non avere più problemi con questi gesti. Sebbene alcuni atti all’inizio fossero ritraumatizzanti, i partecipanti hanno lavorato progressivamente sulle loro difficoltà per modellare la risposta comportamentale agli stimoli, finché quest’ ultimi non innescavano più ricordi di abuso.

L’esperienza di BDSM è stata vissuta come una catarsi, una liberazione e gestione delle emozioni negative, che ha permesso di “disincagliare il cervello” come riferisce un partecipante.

Ridefinire il dolore prendendosene cura

Giocare col dolore, durante gli atti BDSM, ha permesso ai partecipanti di riformulare il loro concetto di dolore e la loro percezione verso il dolore corporeo legata all’abuso precoce. Una ragazza racconta che ha imparato a trarre piacere dal dolore ed è riuscita a slegarlo dalla molestia sessuale, in quanto quello che davvero la disturbava era il vissuto di umiliazione. Altri partecipanti vedono il dolore come possibilità di sfogo del trauma subito, altri ancora collegano la dimensione del dolore a quella del prendersi cura di sé, in quanto la preoccupazione verso il possibile dolore è una forma di attenzione amorevole verso sé stessi (Cascalheira et al., 2021).

Da questo studio si può pensare al BDSM non solo come a una disciplina che riguarda pratiche relazionali ed erotiche, ma anche a una cura di sofferenze derivate da traumi e abusi precoci, di tipo relazionale e sessuale. Gli aspetti terapeutici della partica BDSM favoriscono una crescita post-traumatica della persona in una direzione sana, infatti, tramite la riproposizione di stimoli analoghi a quelli dell’abuso in situazioni diverse da quelle traumatiche è resa possibile una progressiva rielaborazione dell’aspetto traumatico nei comportamenti messi in atto (Tedeschi & Calhoun, 2004). Le scene e i ruoli svolti mettono in moto un processo di crescita che evoca gradualmente livelli gestibili di angoscia provenienti dall’abuso precoce.

I tre aspetti trasformativi del BDSM – relazioni, comunità e dolore (Shahbaz & Chirinos, 2016, p. 91) rispecchiano l’esperienza della relazione nella coppia BDSM, caratterizzata da fiducia, onestà, apertura e cura (Dancer et al., 2006; Langdridge & Barker, 2007; Shahbaz & Chirinos, 2016). Questa relazione rende possibile il recupero e la trasformazione del trauma.

Anche la percezione del proprio corpo cambia durante il BDSM, il quale è sentito come positivo grazie alla relazione aperta e accogliente con il partner, invece che come fonte di vergogna e disprezzo. Il sostegno da parte della comunità BDSM ha permesso inoltre ai partecipanti di esplorare il proprio trauma in modo cosciente, attivo e non ripiegandosi su sé stessi, ma affidandosi al supporto e all’esperienza dei membri che rilevano i possibili rischi e le complicanze del percorso (Thomas, 2020; D. Williams et al., 2014).


A cura di Centro Integrato di Sessuologia “Il Ponte” (stesura a cura di Dott.ssa Benedetta Maesani)

Bibliografia:

Brown, A., Barker, E. D., & Rahman, Q. (2020). A systematic scoping review of the prevalence, etiological, psychological, and interpersonal factors associated with BDSM. Journal of Sex Research, 57(6), 781–811. https://doi.org/10.1080/00224499.2019.1665619

Cory J. Cascalheira, Ellen E. Ijebor, Yelena Salkowitz, Tracie L. Hitter & Allison Boyce (2021): Curative kink: survivors of early abuse transform trauma through BDSM, Sexual and Relationship Therapy, DOI: 10.1080/14681994.2021.1937599

Dancer, P. L., Kleinplatz, P. J., & Moser, C. (2006). 24/7 SM slavery. Journal of Homosexuality, 50(2–3), 81–101. https://doi.org/10.1300/J082v50n02_05

Hillier, K. (2019). The impact of childhood trauma and personality on kinkiness in adulthood (6579) [Doctoral dissertation]. Walden University.

Hopkins, T. A., Brawner, C. A., Meyer, M., Zawilinski, L., Carnes, P. J., & Green, B. A. (2016). MMPI-2 correlates of sadomasochism in a sexual addiction sample: Contrasting and [sic] men and women. Sexual Addiction & Compulsivity, 23(1), 114–140. https://doi. org/10.1080/10720162.2015.1095137

Langdridge, D., & Barker, M. (2007). Safe, sane and consensual: Contemporary perspectives on sadomasochism. Palgrave Macmillan.

Nordling, N., Sandnabba, N. K., & Santtila, P. (2000). The prevalence and effects of self-reported childhood sexual abuse among sadomasochistically oriented males and females. Journal of Child Sexual Abuse, 9(1), 53–63. https://doi.org/10.1300/J070v09n01_04

Richters, J., de Visser, R. O., Rissel, C. E., Grulich, A. E., & Smith, A. M. A. (2008). Demographic and psychosocial features of participants in bondage and discipline, “sado- masochism” or dominance and submission (BDSM): Data from a national survey. The Journal of Sexual Medicine, 5(7), 1660–1668. https://doi.org/10.1111/j.1743-6109.2008.00795.x

Shahbaz, C., & Chirinos, P. (2016). Becoming a kink aware therapist. Routledge. https://doi. org/10.4324/9781315295336

Tedeschi, R. G., & Calhoun, L. G. (2004). Posttraumatic growth: Conceptual foundations and empirical evidence. Psychological Inquiry, 15(1), 1–18. https://doi.org/10.1207/s15327965pli1501_01

Ten Brink, S., Coppens, V., Huys, W., & Morrens, M. (2020). The psychology of kink: A survey study into the relationships of trauma and attachment style with BDSM interests. Sexuality Research and Social Policy. https://doi.org/10.1007/s13178-020-00438-w

Thomas, J. N. (2020). BDSM as trauma play: An autoethnographic investigation. Sexualities, 23(5–6), 917–933. https://doi.org/10.1177/1363460719861800

Williams, D., Thomas, J. N., Prior, E. E., & Christensen, M. C. (2014). From “SSC” and “RACK” to the “4Cs”: Introducing a new framework for negotiating BDSM participation. Electronic Journal of Human Sexuality, 17, 1–10.

Yost, M. R., & Hunter, L. E. (2012). BDSM practitioners’ understandings of their initial attraction to BDSM sexuality: Essentialist and constructionist narratives. Psychology and Sexuality, 3(3), 244–259. https://doi.org/10.1080/19419899.2012.700028



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