“Micro-cheating”. Quando si tradisce ma solo un po’
L’avvento di Internet e delle nuove tecnologie permettono di avere a disposizione una vasta gamma di spazi virtuali (social network, chat, siti di incontri, app) all’interno dei quali conoscere nuove persone o rifugiarsi per parlare liberamente di passioni, desideri o di sesso, aumentando la possibilità di mettere in atto una nuova forma di adulterio: il “micro-cheating”.
Questo termine viene tradotto come micro-inganno: “quando si tradisce, ma solo un po’”.
Martin Graff, professore di Psicologia all’Università del Galles del Sud, la definisce come un qualsiasi atto o comportamento di qualcuno in un rapporto che suggerisce la presenza di un’altra persona emotivamente e fisicamente coinvolta.
Prima degli smartphone il micro-cheating poteva essere paragonato all’abitudine di togliere la fede quando si usciva di casa, oggi invece esempi di micro-inganni potrebbero essere: controllare frequentemente il profilo di una persona o i suoi post sui social media; scambiare messaggi con altre persone mantenendo volontariamente il partner all’oscuro; omettere/mentire sul proprio stato sentimentale durante una conversazione in chat; tenere attivo un profilo sui siti di incontri; scambiare messaggi maliziosi con una o più persone diverse dal/dalla proprio/a partner; mettere “mi piace” sui social a vecchi post o vecchie foto di un ex; scambiare foto piccanti con qualcuno che non sia il/la partner.
Questo perchè con l’avvento dell’era digitale è molto più facile mandare segnali a qualcuno per fargli capire di essere disponibile. Sebbene il micro-cheating non porta sempre al tradimento è un comportamento che può portare all’infedeltà.
Insomma, il tradimento c’è ma non si vede, si consuma solo entro i confini della chat. Le due persone che dicono di piacersi con molte probabilità non si incontreranno mai, non daranno mai un profumo alla pelle dell’altro/a e non permetteranno mai ai loro corpi di accarezzarsi. Per loro il rapporto intimo migliore è senza sesso, privo dell’ansia dell’incontro, senza l’imbarazzo degli sguardi, racchiuso in uno spazio immenso come quello del web in cui sentirsi «liberi» e invulnerabili.
Stando ai dati diffusi dall’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani (AMI) nel 2018 solo 3 coppie su 10 sarebbero fedeli. Insomma, siamo un popolo di fedifraghi e nessun rapporto, neanche il più consolidato, sembrerebbe essere immune dall’infedeltà.
A cura di Centro Integrato di Sessuologia IL PONTE (trad. Dott.ssa Angela Salvato)
Attili, G. (2017). Il cervello in amore. Le donne e gli uomini ai tempi delle neuroscienze. Il Mulino, Bologna.
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