Le persone asessuali guardano in modo diverso le immagini sessuali?
Nel campo degli studi sulla sessualità, si sta prestando sempre più attenzione alle persone che si identificano come asessuali. Secondo le definizioni più comuni, si può dire che l’asessualità indichi una mancanza di attrazione sessuale verso altre persone, che può essere accompagnata anche da una mancanza di attrazione romantica, anche se alcune persone che riferiscono di essere asessuali affermano di sentirsi emotivamente legate agli altri in un modo che potrebbe essere etichettato come romanticismo.
Le basi psicologiche dell’asessualità sono ancora, ad oggi, relativamente oscure. Dal punto di vista evolutivo, l’asessualità rappresenta una deviazione dalla norma all’interno della nostra specie che si riproduce sessualmente, e questa forma di sessualità è riferita da circa l’1% della popolazione. Per questo motivo, psicologi e sessuologi stanno iniziando a studiare questo fenomeno in maniera sempre più approfondita. Un nuovo studio, guidato da Sonia Milani, studentessa laureata presso l’Università della British Columbia (Canada), ha esplorato il ruolo dell’attenzione visiva.
Attenzione e attrazione sessuale
Un aspetto fondamentale della nostra identità sessuale è radicato nell’attenzione che prestiamo ai diversi stimoli presenti nel nostro ambiente. In altre parole, tendiamo a prestare maggiore attenzione alle cose che troviamo sessualmente attraenti. Lori Brotto, ricercatrice e direttrice del Sexual Health Laboratory dell’UBC, ha spiegato: “Eravamo interessati a questo argomento perché sono state condotte numerose ricerche per chiarire il rapporto tra attenzione e risposta sessuale. Questi studi hanno incluso svariati gruppi con orientamento sessuale diverso fra loro, ma non sono mai stati inclusi individui che si identificavano come asessuali. Non solo l’esame di una popolazione poco studiata è importante per affinare le lacune di conoscenza esistenti, ma la ricerca sull’asessualità evidenzia anche la variabilità della sessualità umana in generale, consentendo così una maggiore comprensione dell’attrazione fisica e dell’orientamento sessuale nella loro complessità”.
La premessa del lavoro del team di ricercatori era relativamente semplice. Hanno portato in laboratorio 95 partecipanti per completare un esperimento di eye-tracking (tracciamento oculare/visivo). Il gruppo era composto da 26 uomini eterosessuali, 30 donne eterosessuali, 13 uomini asessuali, 18 donne asessuali e 8 individui asessuali non binari. Una volta in laboratorio, il ricercatore ha fatto svolgere ai partecipanti un compito di “attenzione forzata”, che prevedeva la visione di due immagini affiancate. Per confrontare i livelli di attenzione prestati agli stimoli sessuali e non sessuali, ogni coppia di immagini ne conteneva una erotica e una non erotica ed erano presentate per 10 secondi ciascuna.
Conducendo lo studio in questo modo, i ricercatori hanno tentato di esplorare dove l’attenzione dei partecipanti veniva immediatamente attirata e dove i partecipanti guardavano intenzionalmente durante la finestra di attenzione visiva di 10 secondi. È stato inoltre possibile confrontare l’attenzione prestata a stimoli erotici (sessuali) e non erotici (non sessuali). Per assicurarsi che i partecipanti non evitassero di prestare attenzione ad alcune particolari immagini, i ricercatori hanno anche chiesto a ogni partecipante di valutare quanto trovasse attraente ciascuna immagine.
Attenzione immediata e attenzione controllata nell’asessualità
Nell’ambito della ricerca sull’eye-tracking, gli scienziati possono studiare sia l’attenzione immediata sia l’attenzione controllata. L’attenzione immediata non è cosciente (e, perciò, inconsapevole) e viene misurata attraverso le “prime fissazioni”. Ciò significa indagare dove lo sguardo viene immediatamente attratto prima che un individuo porti la sua attenzione visiva sotto controllo cosciente. L’attenzione controllata, invece, si riferisce a ciò che scegliamo di guardare, al modo in cui controlliamo consapevolmente la nostra attenzione visiva e a ciò che cerchiamo ed evitiamo attivamente.
Parlando dei risultati dell’équipe, Brotto ha precisato:
“In generale, gli stimoli erotici sono più salienti di quelli non erotici e attirano maggiormente l’attenzione visiva. In particolare, i modelli di attenzione agli stimoli erotici sono coerenti con l’attrazione sessuale autoriferita: gli individui guardano di più gli stimoli a cui sono interessati e da cui sono attratti. Nel nostro studio gli asessuali hanno mostrato di prestare la stessa attenzione (misurata attraverso l’attenzione controllata) alle immagini erotiche e a quelle non erotiche, mentre i partecipanti eterosessuali hanno mostrato maggiore attenzione per le immagini erotiche.”
Questo livello generale di attenzione controllata si rispecchia anche nei dati relativi alle “fissazioni complessive”. Ciò significa che gli individui asessuali tendevano a spostare la loro attenzione tra immagini sessuali e non sessuali per dare a ciascun tipo di immagine lo stesso tempo di attenzione. Al contrario, i partecipanti eterosessuali del campione erano più propensi a prestare maggiore attenzione agli stimoli sessuali e a mantenerla su di essi. Come affermano Milani e colleghi nel loro articolo, questo non sorprende. Questo perché “è probabile che le immagini erotiche comunichino informazioni sessuali stimolanti agli individui allosessuali e che quindi catturino e mantengano la loro attenzione. Sebbene le immagini erotiche catturino e sostengano l’attenzione anche negli individui asessuali, è possibile che questo tipo di immagini non siano sufficientemente stimolanti per gli individui che si autodefiniscono così”.
Sebbene questo studio inizi a considerare l’asessualità in modo più scientifico, Brotto afferma che è necessario lavorare ancora molto. “Anche se abbiamo cercato di affinare il più possibile la nostra metodologia di ricerca (ad esempio, consultando un comitato di consulenti di persone asessuali), la nostra ricerca non è stata priva di limiti, come indicato nella pubblicazione. Ci sono ancora molte lacune nella nostra conoscenza, stiamo solo scalfendo la superficie. Con il recente cambiamento che incoraggia e promuove pratiche di ricerca più inclusive, ci auguriamo che i ricercatori allarghino il loro campo d’azione e si impegnino per l’equità, la diversità e l’inclusione nelle loro pratiche di ricerca”.
Tuttavia, i dati presentati in questa nuova ricerca sembrano indicare che gli individui che si sono autodefiniti asessuali siano meno attratti dagli stimoli erotici rispetto alle loro controparti allosessuali e che ciò si rifletta anche nei modelli di attenzione visiva, che sono indicativi di comportamenti meno coscienti e controllabili.
Articolo tradotto e adattato dal dottor Bernardo Tempesti dal sito: https://www.psychologytoday.com/us/blog/articles-heterodoxy/202206/do-asexual-individuals-look-differently-sexual-images
Bibliografia: Milani, S., Zhangm J. Y., Zdaniuk, B., Bogaert, A, Rieger, G., & Brotto, L. A. (2022). Examining visual attention patterns among asexual and heterosexual individuals. The Journal of Sex Research. https://doi.org/10.1080/00224499.2022.2078768
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