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Intervista a un gigolò accompagnatore: Igor

Intervista a un gigolò accompagnatore: Igor


Il video dell’intervista:

(trascrizione video)

Daniel: Ciao Igor, sono qui come sessuologo per farti delle domande relativamente a quello che è il tuo lavoro e la tua esperienza di gigolò, o accompagnatore per donne. C’è un termine tra i due che preferisci, uno che sia più corretto?
Assolutamente no, gigolò o accompagnatore hanno lo stesso significato, secondo me forse gigolò ha un fascino diverso, accompagnatore è molto più utile su alcuni social che, oggi, non tollerano molto la parola “gigolò”.

D: Questa professione, che al femminile è molto conosciuta e se ne parla spesso anche nella cronaca, al maschile è ammantata un po’ di mistero, di mito, ci si chiede se esista davvero… Mi confermi che esiste?
Esiste sì, io svolgo questo lavoro, che è anche uno stile di vita, non è come svegliarsi la mattina e recarsi in ufficio però io lo svolgo con lo stesso rigore in cui un qualsiasi libero professionista svolge le sue mansioni.

D.: Come ti è venuto in mente questo lavoro, come è nata l’idea?
La colpa io la attribuisco al mitico “American Gigolò”, con Richard Gere, che mi ha fatto subito innamorare di questo mondo. Partendo da lì ho fatto una ricerca su Google e ne vennero fuori un po’ di siti di annunci, dove alcuni pseudo-accompagnatori si pubblicizzavano in maniera molto grezza, con immagini di nudo scattate senza professionalità. E quindi capii che il mondo aveva bisogno di una figura nuova di gigolò. Ispirandomi sempre al film, ad esempio, ho scelto la Mercedes, perché anche un marchio, in alcuni casi, rispecchia la propria professionalità: in questo caso sportività ma, soprattutto, eleganza.
Io quando parlo con il mio team, con le persone che lavorano per il mio sito, chiedo che venga fuori sempre la parola “eleganza”, è la keyword che nel mio settore, secondo me, è vincente; ed è anche quello che cerco di insegnare a chi vuole iniziare questa professione (da un po’ sto scommettendo su una sorta di masterclass, ho scritto anche un libro che uscirà a breve, Come diventare gigolò. I segreti di un accompagnatore, con il quale spero di dare dei consigli buoni, utili).

D.: Quindi per te è un requisito importante in questo lavoro?
Moltissimo.

D.: Così hai deciso, in maniera autonoma, di darti da fare, ispirandoti anche a questo film… Ma il mondo più stretto intorno a te, i tuoi familiari, questa cosa come l’hanno presa? Hai fatto il coming out con loro rispetto al tuo lavoro?
Questo è un bell’aneddoto da raccontare, perché ricordo che, ahimé, purtroppo all’inizio lavoravo in sordina, di nascosto. Poi, man mano che il tempo passava, ovviamente iniziavo ad avere i primi guadagni e i viaggi si intensificavano, e anche il semplice cambiamento dalla t-shirt, che un ragazzo di vent’anni può indossare, ad esempio, alla camicia su misura o una giacca, già quello probabilmente faceva pensare (alla mia famiglia, a chi mi stava vicino, ai miei amici) che qualcosa stavo combinando

D.: Perché ufficialmente che cosa facevi?
In realtà mi ero iscritto all’Università, Scienze Motorie, a Napoli, però avevo in mente questo sogno nel cassetto di diventare come Richard Gere in quel famoso film, vivere un po’ sopra le righe. Non sono mai stato una persona “normale”, se per normalità si può intendere studio-laurea-fidanzamento-matrimonio, anche nei riguardi delle donne ho avuto spesso una certa libertà sessuale, ovviamente anche un forte interesse al sesso e alla sessualità, altrimenti non credo che si possa fare un mestiere del genere.

D.: Quindi diciamo che uno dei requisiti un po’ minimi, secondo te, per poter fare questo lavoro, che ovviamente non è un lavoro che possono fare tutti, è la passione verso il sesso?
Esattamente. Il sesso credo che sia una delle prime cause, uno dei primi motivi per cui un uomo inizia a fare questo lavoro. Esiste un po’ il mito del “Amo il sesso, tanto vale che mi faccia pagare”, però poi, ahimé, non tutti ci riescono, quindi c’è bisogno di un po’ di gavetta anche in questo mondo. Molti pensano che basti iscriversi a un sito di annunci per iniziare a lavorare così, dall’oggi al domani: in realtà è un pochino più difficile, soprattutto adesso nel 2020 (pandemia a parte) perché noi gigolò veterani abbiamo investito molto in questi anni, sulla nostra immagine, sul nostro sito, sul nostro video su YouTube, sulle nostre pagine social, quindi avere una rilevanza oggi sul Web non è una cosa da tutti, occorre un minimo di team intorno, persone che ci aiutano a scrivere il blog piuttosto che scrivere parte o una pagina del sito, decidere il posizionamento del sito… ci sono tante piccole skills.

D.: Questo è marketing
Esatto, è un marketing applicato al mondo degli accompagnatori quindi, come tutti gli altri settori, anche noi ne abbiamo bisogno.

D.: Qual è la battuta che ti fanno più spesso?
Da noi in Campania c’è il detto “Beato te”, perché ovviamente il mondo, o almeno il 90% delle persone, pensa che questo sia un lavoro semplice. Proprio l’altra sera, discutevo con un amico sulla questione e io cercavo di spiegare che non lo è assolutamente: se avesse a che fare solo con il sesso, forse potrei anche far passare il termine, ma il problema (che poi non è un problema per chi ama questo tipo di attività) è che questo è un lavoro totalizzante, la clientela è nel mio caso femminile e la donna di per sé è molto più complessa rispetto a un uomo, psicologicamente e sessualmente parlando. Molte donne non si conoscono oppure, ad esempio, per arrivare all’orgasmo hanno bisogno di determinati movimenti, un determinato trasporto anche emotivo e quindi, quando io riesco a creare empatia con la cliente, ovviamente ho vinto, ho portato a termine il mio lavoro. E poi il discorso è che ci sono coppie o donne che mi chiamano e che vedo una sola volta nella carriera, ma ci sono donne che mi accompagnano poi per anni. Io devo ammettere di essere stato fortunato perché quando ho iniziato, circa due o tre mesi dopo, ho conosciuto una donna molto ricca, molto perbene, in gamba, che aveva avuto una vita piena di lavoro, molto interessante, anche semplicemente ascoltarla era un piacere, e ho fatto un salto di qualità abbastanza presto, perché in questo lavoro la crescita molte volte avviene proprio grazie alla clientela che ti dà consigli, spunti per diventare un uomo con la U maiuscola.

D.: Quello che hai detto all’inizio è molto importante per chi ci segue, soprattutto per i ragazzi più giovani, perché hai parlato di quanto sia fondamentale l’empatia e il feeling che si creano. Spesso la nostra pagina di sessuologia è inondata di domande su quanto debba essere esattamente lungo, quanto largo, di preciso cosa si debba fare, come se davvero si trattasse di una cosa molto meccanica. Ci sono anche ragazzi che devono avere la loro prima esperienza e vogliono sapere esattamente che cosa fare per durare quel tot, tralasciando totalmente quello che è invece almeno il 70% dell’importanza e di quello che è veramente necessario per rendere un’esperienza piacevole per entrambi, per la donna ma anche per l’uomo, e anche per generare proprio piacere fisico perché il cervello è l’organo più importante nella sessualità. E’ un bene che questo messaggio arrivi anche da mondi diversi.
Se mi posso permettere, io non sono un dottore, ma nella mia esperienza decennale di accompagnatore quello che hai detto tu, purtroppo, lo confermo in pieno: molti ragazzi, soprattutto giovani, vanno in una sorta di ansia da prestazione pensando di non essere “abbastanza”, pensando di non avere un organo abbastanza lungo o abbastanza largo, come dicevi tu, ma in realtà la donna gode nei primi dieci centimetri della vagina.

D.: Anche meno…
Appunto. Però quello che ci terrei a precisare è che noi creiamo rapporti belli. Io nel mio lavoro vendo sogni, vendo emozioni, a volte anche rapporti che nella realtà non esisterebbero mai, ma l’illusione che quel rapporto esista è fondamentale.


D: Qual è l’età media delle donne che richiedono un servizio da te? Ci puoi fare una sorta di identikit delle donne che incontri?
Ho incontrato un po’ tutti i tipi di donne, dalla diciannovenne figlia di papà, o semplicemente con una sessualità molto dirompente (non dimentichiamo che molte pornostar attuali, anche italiane, hanno poco più di venti anni), alla settantenne. Però diciamo che fisserei l’età media delle mie clienti intorno ai 40 anni. Per quanto riguarda l’identikit, la donna che solitamente incontro è indipendente, imprenditrice, libera professionista affermata. Una cosa che posso dire per certo è che quando ho iniziato, quasi 11 anni fa, c’erano molte più donne mantenute dagli uomini o che venivano persino maltrattate dai partner. Nonostante mi capiti spesso di sentire il falso mito secondo cui “le donne che si rivolgono ad un gigolò sono delle poco di buono”, in realtà, in un gran numero di casi, queste hanno una storia di sofferenze alle spalle, hanno subito delle violenze o delle mancanze da parte del partner. Inoltre, posso dire che nell’ultimo decennio fortunatamente il maschilismo sta un po’ venendo meno, quindi, come dicevo prima, incontro molte donne affermate, professionalmente parlando, che vogliono togliersi uno sfizio, che non vogliono impegnarsi in una storia seria o che ritengono il gigolò una sorta di garanzia, qualcuno con cui fare ciò che desiderano senza sentirsi giudicate per questo. Effettivamente, molte delle donne che incontro hanno paura di essere giudicate e credono che essendo da loro pagato, il gigolò, debba accettarle al 100% per come sono. In realtà però non sempre è così, per esempio io non tollero le donne arroganti.


D: Quindi alle volte, con delle tipologie di donne che hanno un atteggiamento che a te non piace e che ti disturba, ti riservi anche la possibilità di non incontrarle?
Assolutamente si.


D: Prima hai accennato all’argomento del giudizio sulla donna. Anche se oggi le cose stanno cambiando, secondo te c’è sempre una sorta di doppia morale tra genere maschile e femminile quando si parla di sesso? L’uomo e la donna sono giudicati un po’ diversamente? Dal tuo punto di vista, ci sono differenze tra te e le tue colleghe donne?
Si. Diciamo che, al contrario della prostituzione maschile, nella prostituzione femminile ci sono molti segmenti: c’è quella di strada, c’è quella in appartamento e infine c’è quella ad alto livello, equivalente al lavoro che faccio io. Quindi, io farei un accorpamento tra escort di lusso di sesso maschile e femminile, ovvero accompagnatrici e accompagnatori che viaggiano per il mondo, che incontrano i/le clienti anche per una cena, per una serata di gala, per uno spettacolo a teatro, piuttosto che per una vacanza. Per quanto riguarda le donne che si prostituiscono per strada, queste sono oggetto di sfruttamento da parte delle mafie per esempio. Nonostante ciò, alcune di loro mi hanno riferito di amare il loro lavoro, mentre non sceglierebbero mai di prostituirsi in appartamento per paura di eventuali raid da parte di ladri e stupratori. Proprio per questo, alcune delle donne che lavorano in appartamento lo fanno in incognito, vivono e lavorano in due città diverse, oppure si spostano in giro per il mondo facendo dei cosiddetti “tour”.
Quindi possiamo dire che fare il gigolò è, soprattutto negli ultimi anni, una condizione vantaggiosa, quasi di spicco. Vieni visto come “un grande”. Per esempio io ho molti amici che mi mitizzano. Ovviamente c’è anche chi mi giudica e non crede che il mio sia un vero lavoro, però sicuramente noi uomini che lavoriamo in questo campo siamo più avvantaggiati delle donne. Le donne vengono ancora viste male, sebbene siano proprio loro a lavorare di più. Questo è un grande paradosso.


D: Riguardo a ciò che ti chiedono le clienti, sul tuo sito possiamo notare una serie di servizi che tu offri, che vanno al di là della mera prestazione di gigolò e gigolò per coppie. Ad esempio troviamo “fidanzato a ore”, “tattiche di ingelosimento”, oppure “divorziatore”. Questi sono degli effettivi servizi che tu offri?
Si, sono degli effettivi servizi. E ti dirò di più, in realtà c’è una grande richiesta di questa tipologia di servizi secondari e addizionali. Li ho inseriti proprio in seguito a telefonate di persone che mi richiedevano proprio quelle determinate prestazioni. Un esempio all’interno della categoria “tattiche di ingelosimento” potrebbe essere una donna che è stata lasciata dal fidanzato o che ha scoperto il tradimento del partner, e che mi chiama perché vuole farlo ingelosire. Il bello è che spesso il lavoro si svolge ad una serata di salsa o semplicemente in un bar per un caffè. L’importante è farsi vedere insieme ad un altro uomo. L’ingelosimento è uno dei servizi più richiesti in assoluto. Poi, per quanto riguarda la prestazione di “divorziatore”, ho voluto aggiungerla alla lista di servizi sia in seguito alle richieste ricevute da parte di uomini, sia dopo aver visto un film di Christian De Sica in cui era presente proprio questa figura. Nel mio caso il marito mi paga per farmi corteggiare la moglie ed il fine ultimo è quello di farmi trovare in situazioni intime con lei, in modo da fornire a lui le prove necessarie per poterla lasciare e chiedere il divorzio.


D: Tra i vari servizi troviamo anche “interpretazione di personaggi”. Qual è il personaggio più richiesto dalle tue clienti?
Questo è un servizio che viene richiesto in modo più sporadico, però posso affermare che nella mia carriera ho interpretato quasi tutti i lavori del mondo: il rappresentante, l’avvocato, il venditore ambulante. Praticamente in molti lavori sono più un attore che un accompagnatore. Infatti, proprio per questo, mi sono interessato anche alla recitazione e ho partecipato al alcuni seminari di recitazione a Roma.


D: Ma, fra i tanti, qual è il personaggio più frequente? Devo dire però, come sessuologo, che mi sorprende che ti venga chiesto di recitare la parte del rappresentante. Non mi è capitato spesso che le pazienti mi raccontassero questo tipo di fantasia.
Forse mi sono spiegato male, diciamo che io ho interpretato varie tipologie di mestieri perché spesso i mariti mi presentavano così alle mogli, in modo da semplificare l’approccio.


D: Capisco. Pensavo tu intendessi interpretazione di personaggi nell’ambito dell’intimità e della sessualità.
No, per quanto riguarda l’ambito della sessualità alcune volte mi è stato richiesto, ad esempio, di bendarmi e nascondere la mia identità. Molto spesso ho riscontrato che le donne hanno la fantasia di fare sesso con uno sconosciuto, con un’incognita, con un corpo che non abbia un’identità. Questo è ciò che mi è stato chiesto più spesso, forse.


D: Ti è capitato di scontrarti con fidanzati o mariti?
Una delle caratteristiche che deve avere un accompagnatore è quella di essere scaltro e di prevedere le situazioni in cui può trovarsi al momento dell’incontro. Quando sono chiamato da una donna per fare ingelosire il suo compagno, chiedo esplicitamente che tipo di persona è il marito o il fidanzato, se ad esempio si tratta di un uomo violento oppure pratica sport da combattimento.
Quindi, nel caso in cui mi renda conto che ci potrebbero essere dei problemi con i fidanzati o i mariti delle clienti, non accetto il lavoro, ma fortunatamente in dieci anni non mi è mai capitata una situazione del genere.


D: Nel vostro settore viene fatto uso di farmaci per migliorare la prestazione sessuale?
Personalmente non uso farmaci per migliorare l’erezione, in quanto credo che chi faccia questo lavoro debba essere predisposto alla sessualità e al sesso. Se si hanno già delle difficoltà ad avere rapporti con molte tipologie di donne, penso che non sia il lavoro giusto. Oltretutto, molti considerano il gigolò come un giovane che fa sesso con signore anziane, ma in realtà questo è solo un mito da sfatare. Mi capita, infatti, di incontrare anche donne bellissime. Io ho assunto un farmaco una sola volta, esclusivamente per capirne il funzionamento, ma sia per gli effetti collaterali che ho riscontrato sia per la paura di non poterne più fare a meno, non ho più provato farmaci di questo tipo. Alcuni colleghi, invece, li utilizzano solamente in determinate situazioni. Il mio consiglio è comunque quello di cercare di concentrarsi su altri aspetti, parlare con la cliente, ricercare l’empatia e un contatto più profondo.


D: Quale è il tuo pubblico sui social?
Sono abbastanza seguito sia da uomini, anche del mondo omosessuale, che da donne, le quali sono molto attive nel mandarmi commenti e messaggi privati.


D: È possibile avere una relazione con il tuo lavoro?
Credo che anche un gigolò possa avere una vita privata. Molti miei colleghi, che fanno questo lavoro da oltre venti anni, hanno una moglie, mentre altri non si sono mai innamorati. Al di là del lavoro, si tratta anche di una scelta personale. Magari può essere utile trovare una compagna aperta e complice, a cui poter raccontare le esperienze vissute con le clienti.


D: Qual è la cosa più strana che ti hanno chiesto?
Sono stato pagato da un politico per andare a cena una sera con la sua compagna. Poi siamo tornati in albergo e abbiamo lasciato la porta aperta perché lui sarebbe arrivato al buio per spiarci. Questa è stata un’esperienza mai provata prima.
Mi è anche capitato una volta di essere stato chiamato da una donna quasi in fin di vita, che voleva concedersi una sorta di ultimo regalo. È stata una situazione con un’emotività molto forte, che andava oltre l’aspetto dell’eccitazione.
Ho trascorso anche delle serate con donne disabili, con gravi patologie: questa è una delle cose più particolari che forse non avrei mai pensato di fare.


D.: Non hai paura di malattie sessualmente trasmissibili?
Assolutamente sì. Infatti, il mio consiglio è quello di utilizzare sempre il preservativo. Soprattutto in questo periodo dovuto al Covid-19, in cui dobbiamo essere cauti. Allo stesso tempo dobbiamo cercare di non rimanere imbrigliati in questa paura perché comunque andremo avanti e riprenderemo a vivere la sessualità regolarmente.


D: Cos’è per te il tradimento?
A mio avviso, il tradimento più grave non è di stampo sessuale. Essendo un gigolò, sono mentalmente aperto alla sessualità. Anche se la gelosia può sfociare nel patologico, credo sia comune a tutti un minimo grado di gelosia. Ritengo che sfogliare l’homepage di Instagram per guardare dei “lati B” o gli addominali di alcuni uomini non sia un atto di tradimento. Una situazione diversa è quando tradiamo la fiducia della persona che amiamo e con la quale siamo in coppia, senza raccontarle le nostre sensazioni. Ad esempio, se volessimo avere un rapporto sessuale con un’altra donna o un altro uomo, dovremmo raccontarlo al nostro partner. So che può essere difficile ma, in alcuni casi, ci sono figure professionali per aiutare la coppia a gestire queste esperienze. Alcuni esempi possono essere il sesso a tre o anche lo scambismo, ma in generale le fantasie come anche i feticismi. Ovviamente, senza cadere nella sfera patologica.”


D: Infatti, talvolta non è facile capire la differenza tra fantasia e desiderio. Ci sono coppie che hanno alcuni tipi di fantasie sessuali ma che non desiderano realmente mettere in atto, dato che si tratta di pensieri intimi che si può scegliere di condividere o meno.
Secondo il mio punto di vista personale, se volessimo introdurre un desiderio – come il voler sperimentare un rapporto sessuale a tre – potremmo farlo direttamente nella situazione in cui stiamo già facendo sesso con il nostro partner, per coinvolgerlo gradualmente in questa esperienza. Ovviamente, non tutti abbiamo una certa apertura mentale riguardo la sessualità, per cui potrebbero esserci reazioni di rifiuto, fino alla rottura della relazione. In alternativa, la coppia può affidarsi ad un professionista, a scopo di sperimentazione. Il vantaggio di questa soluzione è che il professionista è pagato per ciò che gli/le si richiede, per cui non ci saranno componenti inaspettate (ad esempio, proibire al professionista di baciare il proprio partner) dal momento che ci si attiene alle richieste avanzate dalla coppia. In questo modo è come se si utilizzasse il professionista come un nuovo stimolo per la sessualità della coppia, analogamente ad un sex toy. Richiedere ad un amico o ad un conoscente di fungere da terzo elemento nel rapporto può provocare delle spiacevoli conseguenze. Al contrario, la figura di un professionista garantisce riservatezza. Molto spesso, a partire da questa esperienza, la coppia passa ad altre esperienze sessuali – come il fenomeno dello scambismo – ottenendo degli appuntamenti senza pagare, dato che esistono delle specifiche comunità.


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