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Sesso e morte: l’iper-sessualità come antidoto alla paura di morire

Sesso e morte: l’iper-sessualità come antidoto alla paura di morire

Secondo alcuni psicologi le preoccupazioni sulla morte possono manifestarsi nei comportamenti sessuali. Per molti infatti il sesso è vissuto come una forza vitale, l’antitesi della morte che può neutralizzare il terrore della fine della propria esistenza. Un aumento dell’attività sessuale è stato spesso osservato in persone con diagnosi di malattie potenzialmente letali. Un comportamento sessuale amplificato, anche in assenza di diagnosi di malattie mortali, può essere inteso come un tentativo di repressione della opprimente ansia di morte. Invecchiare non piace a nessuno, tantomeno se l’invecchiare è costantemente associato al pensiero della propria fine. Quando però si fatica ad accettare tale condizione o non si riesce a renderla cosciente allora l’angoscia può diventare una spinta propulsiva che ci fa agire senza averne consapevolezza. Il sesso può essere uno di questi comportamenti. Anche le ricerche scientifiche sembrano confermare tale ipotesi.

In uno studio su studenti universitari che si sono sottoposti ad alcuni test sull’ansia di morire e l’assunzione di comportamenti a rischio i ricercatori hanno scoperto che, quando questa variabile veniva studiata come meccanismo difensivo, i comportamenti sessuali sarebbero potuti essere concettualizzati come una reazione difensiva basata sul rifiuto di una paura cosciente di morire.

Risultati analoghi sono emersi in studi che hanno analizzato gli effetti dell’importanza soggettiva della mortalità e il locus of control sull’assunzione di rischi. Da tali studi emergeva che la salienza della mortalità aumentava la probabilità di comportamenti a rischio in certe popolazioni. Tali casi di aumento del comportamento sessuale come risultato del confronto con la mortalità e con il terrore della morte sono stati notati da altri nel mondo psicologico e letterario. Lo psicologo Gurit Birnbaum ha scritto: “la consapevolezza che la morte sia inevitabile, accoppiata con il desiderio istintivo di vivere, può costituire un paradosso insopportabile. Per sfuggire a questo terrore potenzialmente paralizzante e per mantenere l’equanimità psicologica, alcune persone possono impiegare determinati meccanismi di difesa, che sono progettati per rimuovere la consapevolezza della morte dal pensiero cosciente, i quali impregnano il mondo di significato, ordine e permanenza. Spesso le persone cercheranno simboli di immortalità e il sesso può essere uno di questi”.

Spesso, problemi esistenziali come libertà, responsabilità, isolamento, mancanza di significato e  morte possono creare disfunzioni nel comportamento sessuale che possono essere confusionarie, sconcertanti e apparentemente incomprensibili. Ci sono casi in cui è necessaria una psicoterapia più approfondita per arrivare alla causa principale e alleviare i sintomi sessuali che vengono presentati. Sebbene certamente non tutti i casi di ipersessualità siano dovuti al confronto con la mortalità, ci sono casi in cui il sesso è intriso di significato come antidoto alla paura della morte.

A cura del Centro Integrato di Sessuologia IL PONTE (trad. Chiara Caria)

Existential Issues in Sexual Medicine: The Relational Between Death Anxiety and Hypersexuality, Sexual Medicine Reviews, 2018; 6:3 – 10

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