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Pensi al sesso anale nel modo sbagliato, lo dice la scienza

Pensi al sesso anale nel modo sbagliato, lo dice la scienza

Hai mai sentito parlare dello “shallowing”? O del “surfacing”? Uno studio, pubblicato a giugno 2022, ha rilevato che si tratta di alcuni dei modi più diffusi in cui alle donne piace fare sesso anale, e non hanno nulla a che vedere con il modo in cui siamo abituati a concepirlo.

I risultati della ricerca – condotta dalla dottoressa Christiana von Hippel, consulente per For Goodness Sake, un’azienda privata che si occupa di ricerca su tematiche legate al sesso, e il dottor Devon J. Hensel, professore della Indiana University School of Medicine – sono stati revisionati e pubblicati dalla rivista scientifica PLoS One.

Stando allo studio, basato su un sondaggio a cui si è sottoposto un campione rappresentativo della popolazione femminile statunitense di 3.017 donne cisgender dai 18 ai 93 anni, diverse guardano con favore al sesso anale, ma dipende molto da come viene praticato.

Per poter parlare apertamente e specificamente di quello che le donne cercano nel sesso anale, i ricercatori hanno coniato nomi e definizioni per tre diversi atti sessuali: “Anal Surfacing”, in cui viene toccato soltanto l’esterno dell’ano; “Anal Shallowing”, in cui la penetrazione avviene soltanto con la punta di un dito; e “Anal Pairing”, in cui uno dei due atti avviene contemporaneamente a un’altra forma di stimolazione, come il tocco del clitoride o la penetrazione vaginale.

Il 40% delle partecipanti ha espresso una preferenza per il “surfacing”, mentre il 35% trova piacevole lo “shallowing”. Il 40% delle preferenze è andato anche al “pairing”. Ogni atto è stato analizzato nel dettaglio: alle donne che hanno espresso preferenza per la penetrazione è stato chiesto di indicare una profondità preferita e che cosa apprezzano in particolare di ogni tipo di stimolazione. Quasi il 30% ha dichiarato che la stimolazione anale provoca un orgasmo più intenso; il 18% ha detto che “dà una sensazione di profonda intimità e legame emotivo”.

Il sesso anale sui media è spesso raccontato come un atto “tutto o niente”: o c’è piena penetrazione, oppure non esiste. Gran parte della ricerca svolta in passato sul sesso anale è incentrata sui rischi di malattie sessualmente trasmissibili. Studi più recenti lo hanno esaminato da altre prospettive, per esempio: il modo in cui l’informazione di massa tratta il tema del sesso anale dal punto di vista femminile o i motivi per cui le donne praticano il sesso anale con gli uomini.

I ricercatori che hanno condotto lo studio sostengono che questa sia la prima volta che la scienza ha chiesto direttamente alle donne che cosa specificamente dia loro piacere nella stimolazione anale – e dato un nome a queste tecniche.

Usando il metodo del colloquio faccia a faccia, i ricercatori hanno chiesto alle partecipanti di parlare in dettaglio delle loro esperienze. In molte hanno sottolineato che, da quando hanno iniziato a concepire l’ano in maniera meno monodimensionale in camera da letto, le loro relazioni sono cambiate. “Ho scoperto il piacere in quel punto quando ho iniziato a trattarlo non come un orifizio, ma più come una zona erogena piatta”, ha detto una partecipante. “Nello stesso modo in cui tratto i capezzoli, per capirci”.

Un’altra persona ha detto che non avrebbe mai pensato di provare piacere anale a causa di esperienze negative in passato. “È capitato che certi partner cercassero di penetrare e mi facessero male – quindi avevo la convinzione che non facesse per me”, ha detto. “È stata una sorpresa scoprire a 30 anni compiuti che potesse darmi così tanto piacere”.

Altre persone hanno messo l’accento sulla combinazione tra sensazione fisica e lo stimolo mentale dato dal fare una cosa considerata “tabù”: “È un piacere pungente, elettrico, concentrato. E ha un non so che di proibito che aumenta l’intimità e crea una connessione primitiva”.

Dare un nome a un desiderio sessuale è un passo avanti verso la normalizzazione e destigmatizzazione del piacere, anche se “shallowing” e “surfacing” sembrano termini un po’ tecnici per parlare di cose di cui normalmente la cultura pop parla per ridere.

“Il linguaggio da usare per indicare esattamente a un partner il tipo di sesso anale desiderato potrebbe risultare particolarmente importante, visto che la gran parte delle forme di contatto che le partecipanti hanno segnalato come piacevoli erano fatte con un dito o con il pene”, riporta lo studio.

Inoltre, sempre dallo studio si evince che molte persone continuano a esplorare la propria sessualità con l’avanzare dell’età. “Si conclude, quindi, che il repertorio di sesso anale che le donne apprezzano è più ampio di quanto è stato finora riportato nella letteratura scientifica o discusso apertamente nella società”.


Traduzione e adattamento a cura del Dr. Lorenzo Borrello dell’articolo “The Science on Anal Pleasure Is In (But Not All the Way): a new study creates terms for the many methods of anal play” di Samantha Cole, pubblicato su VICE (2022). https://www.vice.com/en/article/qjkpn3/the-science-on-anal-pleasure-is-in-but-not-all-the-way


BIBLIOGRAFIA

Hensel, D. J., von Hippel, C. D., Lapage, C. C., & Perkins, R. H. (2022). Women’s techniques for pleasure from anal touch: Results from a U.S. probability sample of women ages 18-93, PloS One. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0268785



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