Il consenso sessuale tra i giovani adulti: la punta di diamante del cambiamento sociale
Nonostante la crescente consapevolezza sulla tematica della violenza sessuale, date le misure inefficaci per garantire la sicurezza e continue rivelazioni di insabbiamenti (e alcuni progressi) quasi il 25% delle donne e dei transessuali, e il 5% degli uomini riferiscono di aver subito un’aggressione sessuale – numeri che probabilmente sottostimano la reale portata del fenomeno, data la difficoltà che tanto le vittime quanto le istituzioni hanno a riportare atti di violenza.
I ricercatori del Michigan State Cary, Reid, PettyJohn, Maas e McCauley hanno progettato uno studio di focus-group sulle percezioni degli studenti riguardo il consenso sessuale, pubblicato nel Journal of Interpersonal Violence (2022). Cary e colleghi hanno esaminato come #MeToo ha cambiato il dialogo sul consenso sessuale tra gli studenti universitari. Nel loro studio 34 studenti dai 18 ai 26 anni hanno preso parte ad una serie di focus group. I partecipanti sono stati divisi in: due gruppi di donne eterosessuali cisgender, un gruppo di donne bisessuali o eterosessuali cisgender, e un gruppo di uomini eterosessuali cisgender.
Ogni focus group è stato diretto da un ricercatore esperto che ha condotto un’intervista guidata della durata di circa due ore. Le risposte sono state registrate e codificate secondo una procedura sperimentale standard, per esplorare la comprensione dei partecipanti dei processi di comunicazione del consenso e il significato che i partecipanti assegnano alle loro esperienze di apprendimento del consenso, l’impegno che mettono nella comunicazione del consenso, e l’impatto del movimento #MeToo. Piuttosto che usare scale standardizzate, i ricercatori hanno analizzato le narrazioni qualitativamente per identificare i temi principali.
L’evoluzione del consenso sessuale
Sono stati identificati quattro temi ricorrenti circa il consenso sessuale:
- Introduzione al consenso nell’infanzia.
I partecipanti hanno riferito di aver imparato in giovane età ciò che sapevano sul consenso non sessuale, per esempio che «No, significa no», che bisogna rispettare lo spazio personale e il corpo degli altri (ad esempio, che non è consentito toccare un’altra persona senza permesso), e in generale che è necessario un processo decisionale aperto e condiviso prima di agire.
- Mancanza di educazione sessuale nell’adolescenza.
I partecipanti hanno riferito che l’educazione sul consenso sessuale durante gli anni dell’adolescenza è stata pressoché assente. C’è stato silenzio sul tema sia da parte dei genitori che delle istituzioni educative e dei media, oltre che nella sfera pubblica in generale. Alcuni partecipanti hanno descritto i loro genitori come “troppo conservatori” per poterci parlare di sessualità e consenso, spesso a causa di pregiudizi di ordine religioso o culturale. Inoltre uomini e donne hanno ricevuto messaggi differenti, che presentavano le ragazze come prede da proteggere e gli uomini come predatori.
A detta degli intervistati, anche le altre possibili fonti di informazioni non hanno trattato il tema del consenso in maniera appropriata: a scuola, nonostante l’educazione sessuale, il consenso è stato affrontato in modo inadeguato; i media davano rappresentazioni dannose; le informazioni provenienti da internet e dall’intrattenimento rappresentavano sesso non consensuale, aggressioni sessuali e una generale mancanza di conversazioni sul consenso. Secondo alcune donne il fatto che la pornografia non rappresenti mai il consenso e spesso normalizzi la violenza, può aver indotto aspettative irrealistiche negli uomini. Tuttavia, alcuni uomini hanno detto di essere consapevoli del fatto che la pornografia non è realistica, negando che potesse influenzare le loro percezioni e comportamenti.
- Il contesto del college.
I ricercatori hanno notato che i partecipanti frequentano una scuola in cui è richiesta una formazione annuale sul consenso sessuale online. Molti partecipanti hanno riferito che tale formazione è stata la loro prima esperienza di apprendimento sul consenso sessuale. Si sono resi conto che il college era un ambiente nuovo per quanto riguarda la sessualità, notando che “il sesso al college è un gioco completamente diverso dal sesso al liceo”. L’alcool e le droghe costituiscono una differenza fondamentale. Gli intervistati hanno riportato che nonostante la formazione e la conoscenza delle “regole” per il consenso, applicarle può risultare difficile, soprattutto quando il consenso è ambiguo o quando entrambi i partner sono intossicati. Le persone hanno messo in dubbio la validità del consenso dato quando si è sotto l’effetto di sostanze, e la preoccupazione per le conseguenze legali.
Le donne hanno riferito che, nonostante la formazione, non erano sicure di poter dire “no” quando era necessario.
- Il consenso nell’era di #MeToo.
Sono emersi due temi principali sui cambiamenti post #MeToo: 1) la paura di aggressioni e false accuse e 2) i risultati positivi di #MeToo. I partecipanti hanno espresso preoccupazione per il “victim-blaming” e lo “shaming” dei media, che scoraggiano una corretta segnalazione delle violenze subite. Uomini e donne reagivano in maniera molto diversa ai media. Gli uomini erano preoccupati di essere accusati ingiustamente di stupro, e le donne si sentivano in pericolo di essere violentate. Le partecipanti femminili si sono dette rattristite a causa della paura crescente e della tendenza di tutti a mettersi sulla difensiva.
Alcuni uomini si sono lamentati che il movimento #MeToo ha reso le cose più difficili per loro e di aver paura di essere accusati, anche in situazioni in cui, sul momento, si sarebbero sentiti sicuri che il rapporto sarebbe stato consensuale. Alcune donne hanno riferito che gli amici maschi hanno chiesto consigli su come affrontare il consenso, dicendo che non volevano danneggiare nessuno. Nel complesso però, molti partecipanti hanno convenuto che il movimento #MeToo ha determinato importanti cambiamenti positivi, tra cui una maggiore consapevolezza e una maggiore facilità nell’avere conversazioni chiare sul consenso sessuale.
L’era del consenso
Il consenso è un prerequisito del cambiamento. Il modo in cui i giovani (che stanno diventando) adulti percepiscono il consenso verso le relazioni sessuali, e come costruiscono e si muovono in conversazioni convenzionalmente difficili, è foriero di cambiamenti sociali più ampi. Le conversazioni sul consenso devono essere attente ed esplicite per proteggere tutte le parti; evitarle può alleviare l’ansia del rifiuto o del fallimento, ma parlarne e sostenerle correttamente aiuta a garantire che le differenze di potere non mettano in pericolo le parti interessate.
Oltre al consenso sessuale, c’è una maggiore trasparenza in tutti gli aspetti degli appuntamenti e delle relazioni, con strutture di impegno fluide e discussioni franche e dirette sui requisiti del partner. Questo cosiddetto “hard-balling” impedisce alle persone di perdere tempo con qualcuno quando è ovvio che non è una buona scelta. Le relazioni personali sono solo una delle tante aree in cui il consenso viene rivisto.
Conversazioni aperte e trasparenti, fondate sul riconoscimento che il potere è in una certa misura arbitrario, stanno diventando la norma nelle trattative sul posto di lavoro così come nella sfera personale. Ad esempio, la nuova legislazione statunitense impone la trasparenza in materia di compensi professionali (ad es. il No Surprises Act) e nei posti di lavoro (ad es. trasparenza salariale ai sensi della recente legge sui diritti umani di New York). I dipartimenti delle risorse umane e i leader nel mondo degli affari stanno lottando per stare al passo con i cambiamenti culturali che interessano i lavoratori millennial e Gen Z.
Eppure c’è a volte una qualità distaccata, quasi insensibile alle interazioni, forse correlata a una maggiore ansia sociale e disagio verso le relazioni personali, di una generazione cresciuta con internet e lo smartphone in famiglie, tuttavia, spesso disconnesse, e amplificata dalle condizioni di lavoro da casa. Certe differenze comportano un divario generazionale percepito, dove i giovani e gli anziani non possono comprendersi l’un l’altro e non sanno come iniziare la conversazione. Il modo in cui gestiamo il consenso è un indicatore importante di dove stanno andando le cose, e imparare ad affrontare il conflitto attraverso l’empatia reciproca è una chiave importante per una migliore collaborazione. Eppure, spesso si ha la percezione di un divario generazionale tra nuove e vecchie generazioni, che sembrano non comprendersi a vicenda o sapere come intavolare una conversazione. Il modo in cui gestiamo il consenso è un indicatore importante di dove stanno andando le cose, e imparare ad affrontare il conflitto attraverso l’empatia reciproca è una chiave importante per una migliore collaborazione.
Articolo adattato e tradotto dalla dott.ssa Matilde Meliani dal sito:
Bibliografia:
Cary KM, Reid TA, PettyJohn ME, Maas MK, McCauley HL. “They are Assuming That We are Going to Accuse Them of Rape, and We are Assuming That They are Going to Rape us”: A Developmental Perspective on Emerging Adults’ Consent Conversations Post #MeToo. Journal of Interpersonal Violence. February 2022.
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