Il porno non cura la noia
In un racconto breve del 1989, Umberto Eco sottolinea come fare per riconoscere se il film che stai guardando sia pornografico o meno: “Se va da A a B, i personaggi ci mettono più tempo di quanto vorresti, allora il film che stai guardando è pornografico”.
Chiaramente in questo sottolinea le azioni che vengono svolte in mancanza di motivazioni legate alla trama. Ed è vero che troviamo noiose le cose che si trascinano. Ma ci sono più ragioni più importanti per cui la pornografia può essere noiosa.
La noia è una minaccia al senso di controllo delle nostre azioni: quando siamo annoiati, ci sentiamo come se non fossimo molto efficienti, abbiamo bisogno di impegnarci con delle attività significative ma abbiamo difficoltà a lanciarci in qualsiasi opzione disponibile. Tuttavia, ci sono evidenze scientifiche secondo cui, per alcune persone, ci sono opzioni disponibili per un coinvolgimento semplice e passivo a cui ci rivolgiamo per noia – i nostri smartphone, i social media, i giochi che non richiedono ragionamento, e le slot machine. Ciò che tutti questi oggetti hanno in comune è che catturano l’attenzione rendendoci dei recipienti passivi. Ne riceviamo tutti i fronzoli ma non esercitiamo il contro delle nostre azioni in maniera completa. Il porno non è diverso.
Ovviamente, questo sembra contro-intuitivo. La pornografia è fatta per stuzzicare, stimolare, e per portare piacere: non esattamente una ricetta per la noia. Ma come spettatori passivi, si è privati del controllo delle proprie azioni e quando il coinvolgimento con il porno è terminato, quel bisogno di essere attivi rimanere, senza la possibilità di soddisfarlo, accompagnato da un senso pervasivo di mancanza di senso e di noia.
Il bisogno di controllo delle proprie azioni è ovviamente un argomento complicato. Nelle situazioni della vita reale l’applicazione a senso unico del proprio potere è sgradito, nel migliore dei casi, e caratteristica delle molestie sessuali, nei casi peggiori. Questo sottolinea uno dei potenziali incentivi, almeno negli uomini, al consumo di porno. In essi abbiamo l’illusione del controllo – decidiamo su quali fare click. Ma quello è l’unico controllo che esercitiamo. Una volta che abbiamo selezionato, diventiamo dei consumatori passivi. Quindi, se il consumo di pornografia è spinto in parte dalla necessità di controllo sulle esperienze sessuali, come con la necessità di eliminare la noia, la soluzione è illusoria.
C’è un’altra sfida intrinseca che riguarda la noia e che si riflette nell’esplosione della pornografia su internet. Quando sono annoiate, le persone spesso cercano nuove esperienze, qualcosa di diverso rispetto a una qualunque cosa che stavano già facendo. Ma questa non è una risposta sostenibile all’essere annoiato. Cercare costantemente la novità potrebbe portare ad abituarsi al concetto stesso di novità. La sfida più problematica è quella che una serie continua di novità porta per la ricerca di significato – se tutto è costantemente nuovo e in cambiamento, come si possono estrasse informazioni di valore per guidare le nostre interazioni con il mondo?
L’industria del porno sembra aver riconosciuto questa fame di novità, anche se non riesce a comprendere il paradosso che produce. Internet rende facilmente accessibile tutti i tipi di atti sessuali e fetish con un click, con molte categorie di nicchia: una cornucopia di novità sessuali. Alla fine questo porta a un tipo di piattume del mezzo, una somiglianza che porta a non interessarsi più a nulla. Gli stessi atti fatti con le stesse parti del corpo, ancora e ancora, fino alla nausea. Questa somiglianza – associata all’idea di Umberto Eco riguardo alla mancanza di trama e alle scene che si trascinano nel tempo – è ciò che rende il porno noioso.
Questa somiglianza degli atti rappresentati li rende anche meccanici – cosa succede sullo schermo non è tanto importante quanto il come. Le angolazioni della videocamera che si avvicina per mostrare visuali più mediche che sessuali, per assicurarsi che lo spettatore sappia precisamente come A si inserisce in B. Qui siamo anche derubati della nostra immaginazione. Anche in questo caso siamo agenti superflui nell’interazione con la pornografia, consumando passivamente ciò che ci è mostrato senza niente lasciato all’immaginazione. Almeno nei romanzi qualcosa è lasciato non detto, lasciando il lettore a creare le proprie immagini mentali.
Il porno è dunque noioso a diversi livelli. Eppure, molti lo consumano per noia. Si potrebbe dire che questo innesca un circolo vizioso che alla fine, a lungo termine, non fa alleviare la noia. Come è stato già precedentemente menzionato, il modo in cui consumiamo il porno rovescia il nostro bisogno di controllo delle azioni. Analogamente, possiamo apprezzare le fotografie della natura, ma sperimentarla di persona ispira ammirazione ed è benefico per il nostro benessere mentale.
Quello che guardiamo potrebbe catturare la nostra attenzione e occupare le nostre menti in un modo simile rispetto a come i social media e le slot machine fanno, ma alla fine, non siamo attivi.
Cosa stimola il consumo di porno nonostante il suo essere noioso e il fatto che diluisce il nostro controllo attivo? Chiaramente, molte persone consumano porno per piacere, ma è la noia uno dei motivi più significativi per alcuni. Un motivo comune, uno evidente per le persone che hanno una tendenza ad annoiarsi, è il desiderio di sopprimere o distrarsi dalle emozioni spiacevoli. Per esempio, uno studio recente ha mostrato che le persone particolarmente inclini alla noia consumano porno per evitare la sensazione di mancanza di significato nella loro vita. Questo perché la noia rappresenta una minaccia esistenziale, segnalando che la nostra vita non ha senso, e spinge le persone inclini alla noia verso uno sfogo edonistico per evitare i sentimenti negativi. Ma questo porta ad un circolo vizioso.
Come nella relazione problematica tra la tendenza alla noia e l’uso problematico degli smartphone, social media, e problemi con il gioco d’azzardo, anche il consumo del porno per noia dà solo una soluzione a breve termine con il potenziale per difficoltà a lungo termine.
Chiaramente, la pornografia è stata parte delle nostre vite per secoli e non ha intenzione di andare via a breve (l’abolizionismo sarebbe un fallimento in ogni caso, com’è stato con l’alcol negli anni ’30). Quello che sembra chiaro è che rivolgersi al porno nella speranza di sradicare la noia è poco probabile che abbia risultati positivi.
Articolo tradotto e adattato dalla dottoressa Donatella Fiacchino dal sito: https://www.psychologytoday.com/intl/blog/the-engaged-mind/202211/why-porn-cant-cure-boredom
Bibliografia:
Moynihan, Igou, Tilburg (2022). Pornography consumption as existential escape from boredom. Personality and Individual Differences, 198.
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