S-BOX

La fellatio, come molte pratiche sessuali, è effettivamente a rischio, ma non tanto per il
cosiddetto "ingoio", quanto piuttosto perché nel praticarla senza protezione (profilattico)
vengono messe in contatto le proprie mucose con quelle del partner. Questo potrebbe portare
al contatto di sangue, attraverso microlesioni (dovute allo spazzolino, gengive sanguinanti
ecc..), con il suo liquido seminale (quando lui si "lubrifica") e il suo sperma (quando lui
eiacula), che possono veicolare agenti patogeni (batteri, virus). Ad esempio, è possibile la
diffusione di infezioni batteriche come clamidia e gonorrea (infatti, entrambe queste infezioni
hanno il potenziale per attaccare la gola) e anche di infezioni virali come l’HIV, l’herpes e
l’HPV.
L’unico rischio, quello di contrarre delle infezioni sessualmente trasmesse, si riduce in
mancanza di eiaculazione ma rimane comunque presente, il consiglio è quindi quello di
praticare anche il sesso orale con l’uso del preservativo se non si ha la totale certezza della
salute del partner. In caso di partner occasionali sarebbe quindi meglio utilizzare sempre una
protezione, in caso di partner stabile potrebbe essere utile fare entrambi un test per le infezioni
sessualmente trasmesse, in modo da poter vivere questo aspetto della sessualità più
liberamente.

Ciao, come già sai, il sangue mestruale può essere scuro e viscoso, infatti, una volta che l’endometrio si sfalda, se il quantitativo non è molto, impiega più tempo a uscire dalla vagina e questo può comportare l’ossidazione del sangue che appare più scuro. Detto ciò, se noti qualche modifica nel tuo ciclo mestruale rispetto all’andamento solito (più scuro, con più grumi e con un odore diverso), potrebbe essere utile rivolgerti al ginecologo che sicuramente saprà darti spiegazioni e informazioni necessarie e saprà
rassicurarti nel giusto modo.

Centro Il Ponte

Iniziamo col dire che per “feticismo” si intende l’eccitazione sessuale che può derivare da fantasie, desideri o comportamenti che riguardano oggetti inanimati o parti del corpo diverse dai genitali (come la tua predilezione per i piedi).

Avere dei desideri sessuali “non convenzionali” può far sentire a disagio e in imbarazzo, soprattutto nel momento in cui si desidera stabilire un rapporto con un’altra persona, tuttavia tali propensioni non sono da considerarsi come disturbo, se non ti creano disagio. La paura di essere rifiutati o di essere considerati malati o strani è normale e comprensibile. Ciò non significa che sia impossibile vivere serenamente la propria sessualità anche all’interno di una coppia.

La passione per i piedi è una delle più frequenti parafilie (circa il 50%) e si presta molto bene ad essere inserita ed integrata nei rapporti sessuali con una partner; non è raro incontrare coppie che condividono in modo gratificante e “giocoso” tale esperienza. Il nostro consiglio è quello di inserire qualcosa che ti piace (accarezzarle o massaggiarle i piedi) durante i vostri preliminari e successivamente comunicarle liberamente cosa ti piace.

Potresti gradualmente chiederle di inserire queste attività all’interno dei vostri rapporti sessuali “convenzionali”. Ricordati comunque che chiedere è un tuo diritto come è un suo diritto rifiutare. Possono esserci molte ragioni che potrebbero portare ad un rifiuto, magari lei può sentirsi imbarazzata, può non essere ancora pronta o semplicemente non voler provare esperienze di questo tipo. Parlandone con lei potrai sicuramente capire quali sono anche i suoi desideri e se questi sono compatibili con i tuoi.

Centro Il Ponte

Ciao, allora, iniziamo col dire che non tutte le donne raggiungono l’orgasmo ogni volta che vi è un rapporto. Secondo un’indagine condotta su oltre 15mila intervistate, il 54% delle italiane ha ammesso di aver finto un orgasmo a letto almeno una volta nella vita: per stanchezza, per non deludere il partner o per compiacerlo.

Esistono dei segnali legati a cambiamenti fisiologici che possono indicare il raggiungimento dell’orgasmo: pupille che si dilatano, aumento della sudorazione, contrazioni ritmiche della muscolatura vaginale seguite da un totale rilassamento, muscolare e psicologico. Vogliamo comunque precisare che ricercare questi “segnali” durante un rapporto potrebbe non permetterti di vivere al meglio l’esperienza con la tua partner ed inoltre non ti daranno mai la certezza che la tua ragazza non stia fingendo. Ti ricordiamo che l’orgasmo per una donna non è una meta da raggiungere ogni volta, non è unicamente il “picco” a rendere piacevole il rapporto, ma anche il senso di intimità e appartenenza col proprio partner.

Rispondendo alla tua domanda, crediamo che il punto della questione non sia capire quando e se la tua ragazza finge l’orgasmo. In realtà, l’unica cosa importante che può davvero dissipare i tuoi dubbi è la comunicazione aperta e sincera con la tua partner, affinché possiate vivere insieme un’esperienza di piacere e intimità. La comunicazione potrà inoltre esserti d’aiuto anche per conoscere meglio il tuo corpo e  quello della partner, scoprire quello che vi piace e confrontarvi apertamente.

Centro Il Ponte

Ciao, la misura del pene curvo deve essere fatta da un urologo per avere un grado preciso andando a visita muniti di una foto del proprio pene in erezione. Per sua informazione tuttavia il grado di curvatura si esegue con un goniometro, misurando l’angolo che si crea tra la pancia (il pube per l’esattezza) e il glande.

Andrea Cocci – Urologo/Andrologo

Partendo dalla tua ultima domanda, la risposta è sì, è possibile amare ed essere attratti in egual modo da persone dello stesso sesso e del sesso opposto (questa condizione è chiamata bisessualità). Per quanto riguarda la tua prima domanda, la risposta è un po’ più complessa. Possiamo innanzitutto dire che l’orientamento sessuale è composto da diversi elementi: come mi definisco, verso chi sono attratto, su chi fantastico, di chi mi innamoro e con chi faccio sesso. Ognuna di queste componenti può essere rivolta verso persone dello stesso sesso, del sesso opposto o verso entrambi i sessi. Le componenti possono non essere in accordo l’una all’altra (posso fantasticare su persone del mio stesso sesso senza definirmi omosessuale) e inoltre l ’orientamento può modificarsi nel tempo. Soprattutto alle prime esperienze è normale essere curiosi e aver voglia di sperimentare situazioni diverse, non è detto che il fatto che ti siano piaciute entrambe sia indicativo di un orientamento sessuale specifico e definitivo. Quindi quello che possiamo dirti è che nel corso della tua vita e delle tue esperienze avrai modo di esplorare a pieno la tua sessualità e capire cosa realmente ti attrae. E’ solo con l’esperienza che riuscirai a darti una risposta.

La prima cosa da chiarire per poterti rispondere è che non esiste un arco di tempo “standard” entro il quale una donna possa o debba raggiungere l’orgasmo. Bisogna infatti considerare che sul raggiungimento del piacere influiscono diversi aspetti (fisici, psicologici, relazionali) che si combinano differentemente per ciascuna persona. Vediamone alcuni. Un primo aspetto riguarda il tuo stato emotivo al momento del rapporto, come ti senti in quel momento sicuramente influenza la tua capacità di lasciarti andare e quindi anche la velocità con cui senti di abbandonarti al piacere. Altro elemento è la conoscenza del tuo corpo e la consapevolezza di ciò che sessualmente ti crea piacere; sicuramente con l’esperienza si impara a capire quali tipi di stimolazione ci piacciono di più (es. stimolazione del clitoride, stimolazione vaginale, stimolazione manuale o orale..etc) e quindi cosa mettere in atto o cosa far capire all’altro che ci piacerebbe mettesse in atto. Un altro aspetto importante è il fatto che il partner sia stabile o occasionale. Nel primo caso, bisognerà considerare le caratteristiche della coppia, come ad esempio il tipo di feeling e sintonia che hai instaurato con il tuo partner, la vostra compatibilità e intesa sessuale, la comunicazione reciproca delle fantasie e dei bisogni sessuali. Tutti questi aspetti se presenti e soddisfacenti potrebbe influire positivamente sulla raggiungimento dell’orgasmo. Nel caso di partner occasionale, il fatto che non ci sia una conoscenza approfondita di quelle che sono le esigenze sessuali o in generale la conoscenza dell’altro potrebbe comportare un ritardo nell’orgasmo.  Infine, dal punto di vista fisico ci possono essere delle zone più sensibili alla ricezione del piacere e anche la sensibilità vaginale può variare. Importante anche in questo caso esplorare il proprio corpo per conoscersi ed aprirsi al piacere.

Giulia Fioravanti – Psicoterapeuta consulente sessuale

Ciao, innanzitutto grazie per la domanda, in una coppia, mantenere l’aspetto giocoso nella sessualità è importante. Probabilmente il fatto che tu ti senta di poter condividere con M. le tue preferenze e le tue fantasie è indice di una buona intimità di coppia, non solo sessuale. L’imbarazzo può essere un fattore fortemente inibente per il dialogo, soprattutto in tale ambito; occorre ricordarci che è emerso in numerosi studi, soprattutto per gli uomini, una forte difficoltà ad aprirsi su un argomento così delicato come la sessualità. Ti invitiamo a riflettere sul fatto che forse a lui piace effettivamente la vostra attuale sessualità: importante non scordarsi che il parlare non è indice di maggiore intimità per tutti. Se invece ritieni che il tuo ragazzo sia solo imbarazzato o timido, probabilmente col tempo troverà le sue modalità di comunicazione (ad esempio gesti o comportamenti invece che verbalmente) per esprimere le sue predilezioni, fantasie ecc. Per cui in generale possiamo dire che va bene sollecitare ma non insistere. Un saluto!

Da come la domanda è stata posta si potrebbe immaginare che, quando vedi un’altra persona, inizi a immaginare di avere un rapporto sessuale con lei. Ciò non significa necessariamente desiderare o ricercare dei rapporti reali con queste persone. Per quanto possa sembrare strano o suonare inusuale ciò non fa di te una ninfomane, con tutte le accezioni negative che questa parola si porta dietro.
Questo termine è stato, infatti, introdotto nel passato, quando l’idea che le donne avessero desideri di natura sessuale era considerata in modo molto negativo e come qualcosa di non naturale. Ad oggi le nostre conoscenze sulla sessualità femminile si sono evolute e hanno portato alla scomparsa della definizione di ninfomane e soprattutto di tutti i significati negativi e
dispregiativi che aveva assunto. Potrebbe, però, anche essere che immagini le persone che incontri durante un rapporto
sessuale senza che tu sia coinvolta; anche in questo caso il termine ninfomane non sarebbe adeguato a descrivere la tua situazione.
In ogni caso, comunque, la curiosità nei confronti del sesso è perfettamente normale e sana e può esprimersi in molti modi diversi.
Probabilmente, immaginare di fare sesso con le persone che incontri o immaginare quelle persone durante dei rapporti, è la forma che questa curiosità assume in te, niente di cui vergognarsi. Se ciò non ti crea disagio o problemi non c’è motivo per preoccuparsene.
Al contrario, se queste immagini entrano nella tua mente spesso e in maniera insistente, senza che tu riesca a pensare ad altro o se ti creano preoccupazioni e disagio, potrebbe esserti molto utile parlarne con uno specialista.

Daniel Giunti – Psicoterapeuta Sessuologo

Non esiste una risposta definitiva e univoca alla tua domanda, non ci sono delle regole su come ci si comporta in un rapporto a tre. E’ però certo che, come in un rapporto tra due persone, la comunicazione è imprescindibile e forse ancor più necessaria.

Magari può essere utile che insieme decidiate come gestire il ritmo delle penetrazioni o puoi tentare di guidarli durante il rapporto comunicando loro cosa desidereresti che facessero.
Sicuramente, se sei tu a prendere in mano la situazione muovendoti al ritmo per te migliore, puoi controllare molto più facilmente quello che accade riuscendo così ad evitare degli spiacevoli inconvenienti come quello che hai descritto.

Rispondendo alla tua seconda domanda, posso dirti che la perdita di sangue durante il rapporto potrebbe avere molte cause e non è possibile, senza una visita ginecologica, stabilire se si tratti di un vero problema o di qualcosa di cui non è necessario preoccuparsi.

Per esempio, la perdita potrebbe essere dovuta a microlesioni delle pareti vaginali che si sono aperte durante il rapporto, oppure potrebbe essere dovuta ad altre problematiche più serie. E’ dunque necessario che sia il tuo ginecologo o la tua ginecologa a chiarirti di cosa si tratta dopo averti visitata.

Probabilmente dipende dal rapporto che ha con i propri genitori, usare il preservativo vuol dire avere rapporti sicuri e questo è un comportamento sano e maturo del quale non ci dobbiamo vergognare, forse può far dispiacere capire che i figli siano cresciuti, forse ci si deve difendere da una madre tropo presente, sicuramente è stato sincero con te ammettendo una sua debolezza e questo è un gesto senz’altro apprezzabile.

Clio Rossi – psicoterapeuta

Per quanto una domanda che ha il chiaro intento di far ridere, modalità spesso utilizzata per superare situazioni che imbarazzano o mettono a disagio, possiamo comunque provare a dare una risposta sensata. Allora, la posizione in cui la partner si trova prona può essere molto soddisfacente per entrambi.

E’ però comunque lecito, domandarsi se la ripetizione continua di una determinata posizione possa arrecare danni o disagio alla partner. Se per “danni” intendi la paura che la partner possa sviluppare un dorso curvo,la risposta è no.

Se invece l’interrogativo è se la tua ragazza possa provare fastidio o dolore, sarebbe opportuno parlarne direttamente con lei e, se lei ti tranquillizza, il consiglio è di vivere la vostra intimità nella maniera più rilassata possibile.

Daniel Giunti – Psicoterapeuta Sessuologo

Ciao!  è con molto piacere che rispondo alla tua mail, non solo perché questa domanda è frequente sia tra gli uomini che tra le  donne stesse di qualsiasi età, ma anche perché ci da modo di riflettere e quindi di diventare più consapevoli di che cosa contribuisca a rendere la sessualità un comportamento piacevole. Generalmente quando ci riferiamo alle zone erogene si pensa agli organi genitali e quindi nello specifico per le donne il pensiero va al clitoride, al “punto g” (sulla cui esistenza non vi sono ancora conferme, e che in caso pare essere più un’area che un punto preciso) sicuramente queste sono zone molto sensibili che se adeguatamente stimolate procurano sensazioni piacevoli.

Letteralmente “erogeno” significa “che genera amore” e si riferisce alla proprietà della zona di procurare piacere sessuale.

Per cui, al di là di una “classificazione”, è importante darsi il tempo sia a livello individuale che nella coppia, di capire quali parti del corpo possono essere fonte di sensazioni piacevoli/eccitanti; rispetto a questo, non esiste infatti una regola.

Ogni donna così come ogni uomo può scoprire come erogena qualsiasi parte del corpo e magari questa scoperta può anche modificarsi nel tempo o con partner diversi.

La zona che ci piace venga toccata da un partner, magari non ci da le medesime sensazioni nel momento in cui viene sfiorata da un’altra persona.

Difatti non solo ogni parte del nostro corpo può diventare una zona erogena, ma anche il contesto, il luogo in cui si hanno rapporti sessuali può diventare una fonte indispensabile di stimoli che rendono quell’incontro eccitante.

La sessualità al pari di ogni altro nostro comportamento ha bisogno di esperienza. Non è sempre sufficiente diventare grandi per essere in automatico pronti a fare, spesso è necessario infatti oltre che avere le opportune conoscenze, anche darsi il tempo di assaporare le diverse sensazioni che il nostro corpo sperimenta.

Per cui è importante non farci trarre in inganno dai tanti stereotipi che inondano la sessualità: è vero, il sesso ha bisogno dei genitali, ma i genitali da soli non creano la sessualità.

Per cui, ragazzo di 16 anni, non ti concentrare solo su queste zone, esplora il corpo della tua ragazza, fatti guidare da ciò che sentì e da ciò che lei ti dice. Comunicatevi le sensazioni in un gioco fatto di scoperte, in cui chi partecipa non sono solo i genitali, ma tutto il corpo, compresa la mente, le fantasie e il contesto… insomma si tratta di un gioco di squadra!

Michela Vancheri – Psicoterapeuta-Sessuologa

Intanto ci preme sottolineare che è molto difficile applicare il concetto di normalità in sessuologia. E’ un’esperienza talmente soggettiva e personale e influenzata da così tanti fattori (fisici, psicologici, relazionali) che non è possibile stabilire dei parametri standard a cui attenersi ed, anzi, è proprio dal confronto con questi “irrealistici” standard che spesso nascono i problemi legati al sesso. Rispetto al perché “sei riuscito a durare un minuto”, tutti quelli che hai nominato possono essere alcuni dei fattori che possono aver influito sul tempo che trascorre dalla penetrazione all’eiaculazione, ovvero il non aver usato il preservativo dopo un anno (sicuramente senza preservativo il pene è più sensibile), l’aver fatto preliminari per lungo tempo (e quindi aver mantenuto l’eccitazione ad un alto livello per un tempo protratto), l’avere un rapporto sessuale con un partner (e quindi con tutti fattori relazionali che entrano in gioco e che non sono presenti in caso di autoerotismo, dove la situazione è più prevedibile e controllabile). Esistono poi, seppure più rari, anche alcuni fattori biologici e fisici che possono incidere sul controllo dell’eiaculazione. Senza contare che ognuno di noi cambia nel tempo (bisognerebbe sapere cosa è successo in questo anno…). Quello che è importante coapire, soprattutto alla tua giovane età, è che la sessualità ha bisogno di tempo per essere appresa e sperimentata, per cui anche l’esperienza ti potrà aiutare nel conoscerti meglio “sotto le lenzuola”.

Giulia Fioravanti – Psicoterapeuta consulente sessuale

La domanda è palesemente provocatoria (nonostante sia stata leggermente modificata per risultare meno indelicata) e, anche se su un argomento come lo stupro non è opportuno scherzare, possiamo utilizzare questa provocazione, come occasione per parlare di questo argomento e per fornire qualche indicazione utile ad evitare questi tragici eventi.

Ricordiamo, per fare chiarezza, che per stupro o violenza sessuale si intende “un delitto commesso da chi usa in modo illecito la propria forza, la propria autorità o un mezzo di sopraffazione costringendo con atti, prevaricazione o minaccia (esplicita o implicita) a compiere o a subire atti sessuali contro la propria volontà”.

Da alcuni fatti di cronaca è, infatti, emerso che non di rado, ragazze (e talvolta ragazzi) vittime di stupro sono state, prima della violenza, drogate con delle sostanze per facilitarne la sottomissione.

Queste sostanze chiamate “droghe dello stupro” sono generalmente dei sedativi o delle droghe psicotrope (Rohypnol, GHB, ketamina, PCP e altre) che vengono messe nei bicchieri delle vittime, portando ad un ottundimento e stordimento della persona che le assume, allo scopo di renderla inerme.

Sarebbe quindi importante, per limitare la possibilità di un’eventualità del genere, non perdere mai di vista il proprio drink e prenderlo da soli al bar, soprattutto in discoteca o se si è in compagnia di persone di cui non ci fidiamo totalmente.

Infine è opportuno ricordare che si può parlare di stupro e di abuso sessuale anche quando si hanno rapporti con persone che sono sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti, anche se da loro assunte volontariamente! Per approfondire puoi leggere qui

Daniel Giunti – Psicoterapeuta Sessuologo

Il fatto che la partner desideri baciarti dopo il sesso orale può essere visto come un messaggio da parte sua che sottolinea l’aver vissuto una situazione positiva e il voler continuare con lo scambio di tenerezze. Rispondere a questo suo gesto con un “lavaggio” in effetti interrompe bruscamente l’atmosfera e lei potrebbe fraintendere pensando non che vuoi evitare di baciarla per quel motivo specifico ma perché ti infastidisce qualcosa di lei come persona.

Se ciò che ti disturba è un odore o un sapore potresti provare a curare maggiormente l’igiene intima prima del rapporto, ma tieni presente che, paradossalmente, con un’igiene adeguata, i genitali sono senza dubbio più puliti delle mani, che invece entrano in contatto con molti microbi e batteri esterni.

Detto questo, il disagio che provi è senz’altro lecito e va tenuto in considerazione, per questo sarebbe importante poterne parlare sia per trovare modalità di rapporto magari diverse e più accettabili per entrambi, sia per evitare fraintendimenti che potrebbero offenderla.

Potreste per esempio cogliere l’occasione per trovare insieme una soluzione creativa (es: creme o oli profumati, preservativi con gusti particolari o altro) per arricchire la vostra intimità

Ricordiamo che la sessualità può essere vissuta in infiniti modi purchè sia un’esperienza voluta e gradevole per entrambi.

Daniel Giunti – Psicoterapeuta Sessuologo

Il bagnato che senti è dovuto al liquido prespermatico (un liquido che può fuoriuscire prima dell’eiaculazione vera e propria) che può contenere anche degli spermatozoi. Il rischio per la gravidanza, comunque, è presente solamente in caso di introduzione di questo liquido in vagina. Dunque, il preservativo in questi momenti non è necessario, ma se preferisci goderti il momento senza alcun tipo di preoccupazioni, non ci sono controindicazioni nell’indossarlo anche prima del rapporto

Laura Badolato – Ginecologa e Daniel Giunti – Psicoterapeuta Sessuologo

Durante un rapporto sessuale di tipo anale i possibili rischi per la salute a cui si può andare incontro riguardano in primis la possibilità di contrarre malattie a trasmissione sessuale. La penetrazione anale infatti rispetto alle altre pratiche sessuali (sesso orale, penetrazione vaginale, masturbazione, ecc.) ha in sé il maggior rischio di contagio se attuata in assenza di profilattico. Oltre a ciò il rapporto anale, sia praticato con l’introduzione del pene sia con l’utilizzo di un dildo (un particolare sex toy) può risultare doloroso se non fatto con “prudenza”. L’ano, infatti, proprio per la differenza anatomica rispetto alla vagina, non è naturalmente predisposto a lubrificarsi e pertanto è necessario utilizzare un lubrificante atto a favorire l’inserimento e ridurre al minimo il rischio di lesioni e sanguinamento dei tessuti. La regione anale è sede di escrementi e sostanze di rifiuto e pertanto, il rapporto anale non protetto aumenta il rischio di contrarre infezioni. In sintesi è sempre bene ricordare di: utilizzare il profilattico, lubrificare lo sfintere anale prima della penetrazione, attuare una graduale inserzione del pene o del corpo esterno (dita, dildo, ecc), arrestarsi in caso di dolore o lacerazioni.

Infine dato che la regione anale è ricca di terminazioni nervose che la rendono una zona estremamente sensibile, una volta prese le necessarie precauzioni per evitare quanto detto sopra è possibile avere una esperienza sessuale piacevole e soddisfacente per entrambi i partner, rendendola di fatto una delle possibili pratiche sessuali all’interno della propria vita sessuale.

Andrea Olmi – Psicologo Psicoterapeuta Consulente Sessuale

La sessualità non può essere vissuta come fosse un comportamento che funziona “a comando”, nel senso che il nostro corpo non vive di vita propria a prescindere da ciò che noi sentiamo, pensiamo e desideriamo…

Scrivi che con il tuo ragazzo avete avuto rapporti sessuali dopo una settimana che stavate insieme;

sai non esiste un tempo “giusto” ed uno “sbagliato” per decidere quando provare, il punto però è sentire che sia il momento giusto per te.

Non è che la vagina si prepara ad “essere aperta” perché è già stata penetrata due volte.

Difatti, se la donna sceglie di avere dei rapporti sessuali senza essere convinta di ciò che sta facendo, il risultato può essere opposto a quello atteso: anziché “essere più aperta”, si trova ad essere chiusa o sentire molto male nei rapporti sessuali che sta vivendo o in quelli successivi.

Tutto ciò è dovuto al fatto che esistono dei muscoli all’interno della vagina, che possono essere più o meno contratti o decontratti, a seconda anche dello stato emotivo della donna o dei pensieri che l’attraversano. Questo stato di contrazione può non essere sotto il controllo volontario della donna, ovvero la donna può desiderare di avere un rapporto sessuale, ma in maniera non consapevole contrae questi muscoli rendendo la penetrazione difficoltosa, dolorosa o impossibile. Le motivazioni che portano a tutto questo possono essere svariate, ad esempio: paura della gravidanza, non sentirsi ancora del tutto pronte ad avere un rapporto sessuale completo, paura di sentire male ecc…

Viceversa se la donna è pronta emotivamente ad avere un rapporto e di conseguenza eccitata fisicamente, nella sua vagina si vanno a creare delle modificazioni (lubrificazione e modifica della dimensione del canale vaginale), che collaborano a rendere la penetrazione più “naturale” e non dolorosa.

Per cui io direi che il punto non è se hai fatto male o bene, ma non stare male adesso e in seguito. Conoscere il corretto funzionamento della sessualità femminile è importante perché ci aiuta a prendere delle decisioni che altrimenti, possono portare a conseguenze negative.

La conoscenza del funzionamento della sessualità da un punto di vista biologico, insieme alla consapevolezza di ciò che emotivamente desideriamo e vogliamo veramente (a prescindere da ciò che fanno o desiderano gli altri), sono condizioni necessarie per stare bene e vivere serenamente le proprie scelte.

Vedrai che nel momento in cui la tua scelta sarà veramente sentita, il tuo corpo sarà pronto… anche ad “accogliere” il tuo partner.

Michela Vancheri – Psicoterapeuta-Sessuologa

Il fatto che il ciclo non sia più regolare come all’inizio può essere un fatto normale di cui non allarmarsi, anche se può creare, comprensibilmente, qualche fastidio e preoccupazione. Sarebbe il caso, comunque, sottoporsi ad una visita ginecologica con ecografia per valutare le possibili cause ed eventualmente trovare soluzione.

Laura Badolato – Ginecologa

Seppure la tua domanda può risultare apparentemente un po’ provocatoria e buffa ci può essere di stimolo e di aiuto. Considerando i rischi di infezioni sessualmente trasmesse, che possono essere veicolate anche attraverso un rapporto orale, il preservativo può metterci al riparo da molte di queste. Inoltre notiamo che l’utilizzo del preservativo spesso non è amato dai giovani né dai meno giovani e il momento dell’indossarlo può portare a attimi di difficoltà e imbarazzo durante l’intimità. Trovare strade creative che possano riportare anche questo momento, a una dimensione di gioco e piacevolezza non può che essere positivo. Unico appunto attenzione a non danneggiare la fine pellicola del preservativo stesso con i denti!

Daniel Giunti – Psicoterapeuta Sessuologo

Non usare regolarmente il preservativo o barriere dentali durante il sesso orale espone ad un maggior rischio di diffondere e contrarre numerose infezioni sessualmente trasmissibili (come herpes, clamidia, gonorrea) clicca qui per approfondire. Per cui in realtà quello che fanno le tue amiche è assolutamente una buona pratica per proteggere la propria salute e quella del partner!

Giulia Fioravanti – Psicoterapeuta consulente sessuale

Durante le mestruazioni è possibile avere rapporti sessuali come negli altri giorni, non vi è alcuna controindicazione né per l’uomo né per la donna. Ci può essere da parte di uno dei due del naturale imbarazzo o del disagio a causa della presenza di sangue, ma è comunque una questione personale che non corrisponde ad un’impossibilità fisica.

Fare sesso è dunque possibile anche durante il ciclo ed è importante che per questi rapporti, così come per tutti gli altri, vengano prese delle precauzioni. Infatti, sebbene sia minore la probabilità di rimanere incinta, questa non è del tutto assente. Inoltre, data la presenza di sangue, aumenta la possibilità di contrarre delle infezioni sessualmente trasmesse e per questo è fondamentale proteggersi usando il preservativo.

Laura Badolato – Ginecologa

Nonostante negli ultimi anni ci siano stati segnali di apertura e di accettazione verso orientamenti sessuali non eterosessuali, dichiarare la propria omosessualità costituisce ancora una difficoltà, specialmente se le persone con cui fare coming out sono familiari. Il timore è quello di non essere accettati e capiti proprio da quelle persone che più delle altre dovrebbero sostenerci a prescindere. Purtroppo non esiste una modalità di “dichiararsi” che riduca totalmente tale rischio, le reazioni degli altri sono del tutto soggettive. Il suggerimento potrebbe essere quello di partire confidandosi con il familiare che sentiamo più aperto verso questa tematica. Inoltre è importante sapere che è probabile che i familiari abbiano bisogno di un periodo di assestamento ma questa reazione iniziale deve essere interpretata come un passaggio intermedio verso il ritorno ad un equilibrio e non come dimostrazione che siamo sbagliati o che abbiamo creato sofferenza negli altri. Fare coming out è un atto coraggioso ma liberatorio!

Giulia Fioravanti – Psicologa Psicoterapeuta Consulente sessuale

Anche la sessualità, come tutti gli altri nostri comportamenti, ha bisogno di esperienza, per cui essendo entrambi ancora vergini, può essere assolutamente normale avere un po’ di difficoltà nei primi rapporti sessuali.

Detto questo è comunque importante sapere che per poter avere un rapporto sessuale completo, è necessario che l’uomo abbia l’erezione e che la donna si senta pronta ad accogliere il pene, ovvero che si senta eccitata (questo aiuta la penetrazione sia perché c’è un aumento di lubrificazione vaginale, sia perché la vagina si prepara ad accogliere il pene, dato che fisiologicamente “modifica” le sue dimensioni).

Inoltre è importante essere consapevoli del fatto che esistono dei muscoli all’interno della vagina, che possono essere più o meno contratti o decontratti, a seconda anche dello stato emotivo della donna o dei pensieri che l’attraversano. Questo stato di contrazione può non essere sotto il controllo volontario della donna, ovvero la donna può desiderare di avere un rapporto sessuale, ma in maniera non consapevole contrae questi muscoli rendendo difficoltosa, dolorosa  o impossibile  la penetrazione, per motivazioni che possono essere diverse (esempio: paura della gravidanza, non sentirsi ancora del tutto pronti ad ad avere un rapporto sessuale completo, la paura di sentire male ecc).

Per cui, io direi di darvi ancora un po’ di tempo, di fare attenzione anche al luogo al contesto che scegliete per stare insieme, in modo tale che anche questo aspetto sia un elemento che vi renda tranquilli e sereni. L’importante è che questa scelta sia voluta e sentita da entrambi.

Nel caso in cui la difficoltà dovesse persistere, un colloquio con un psico sessuologo potrebbe essere di aiuto per chiarire meglio certi meccanismi.

Michela Vancheri – Psicoterapeuta-Sessuologa

L’ipersensibilità del glande (cappella) è un problema che infastidisce molti uomini e può portare come nel tuo caso ad un fastidio durante le pratiche sessuali. Spesso in questi casi l’eventuale masturbazione avviene non “scappucciando” completamente il glande e afferrando il pene nella parte più bassa; modalità non possibile durante l’attività sessuale. Sicuramente l’utilizzo del preservativo, il quale è dotato di vasellina, diminuirebbe il contatto del glande con le altre superfici rendendo i primi rapporti più gradevoli. Può essere un tentativo, soprattutto nelle prime esperienze sessuali dove il preservativo è comunque estremamente raccomandato a scopi anche anticoncezionali e per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Un aiuto potrebbe derivare dall’abituare il glande al contatto con le superfici sia durante la masturbazione che durante la giornata esponendolo per brevi periodi al contatto con l’intimo.

Comunque solitamente, l’ipersensibilità è un problema che si autorisolve dopo le prime esperienze di rapporto completo, perciò il consiglio è di viverle con tranquillità ma di rivolgersi ad un urologo se la sensibilità permane senza attenuarsi per escludere le seguenti condizioni:

– fimosi: una condizione che rende il “prepuzio” (ossia la parte finale della pelle che avvolge il pene), così stretto  da rendere lo scapucciamento del glande difficoltoso o doloroso.

– frenulo breve: una condizione per cui il frenulo (il filo che collega il prepuzio al glande) è di tale brevità da renderlo irritato e fragile durante l’erezione.

– infezioni o infiammazione del glande che giustificano uno stato di perenne sensibilità

Andrea Cocci – Urologo/Andrologo

Il preservativo è pensato per aderire alla pelle del pene dal glande (la punta) alla base. Una corretta modalità d’uso prevede inizialmente che lo si apponga sulla punta e secondariamente lo si srotoli lungo l’asta, non il viceversa. Proprio questa sua caratteristica, con un linguaggio gergale, il profilattico viene chiamato anche “guanto”, termine figurativo che indica appunto la funzione di totale avvolgimento. Durante un rapporto sessuale l’utilizzo del profilattico è una prassi comune che ha lo scopo di evitare una serie di conseguenze indesiderate quali il contagio di malattie a trasmissione sessuale e/o possibili gravidanze. Un profilattico che non venga però indossato in modo corretto può determinare conseguenze fastidiose sia al momento della penetrazione sia durante la fase dei preliminari. Può capitare in effetti che il profilattico si “sfili” dal pene, rimanga in vagina o finisca per assumere una forma inconsuenta ed entrambi i partner in certe circostanze possono sperimentare imbarazzo e disagio nel percepirsi impacciati l’uno agli occhi dell’altro. Sono comunque cose che succedono a chi ha rapporti sessuali. L’esperienza e un po’ di pratica in questi casi sono la migliore medicina.

Andrea Olmi – Psicologo Psicoterapeuta Consulente Sessuale