L’altruismo non predice il successo nell’accoppiamento

Un nuovo studio pubblicato su Evolutionary Behavioral Sciences ha cercato di replicare il risultato dell’associazione positiva tra altruismo e successo di accoppiamento. Tuttavia, non ha rivelato alcuna relazione tra l’altruismo e i vari indici di successo nell’accoppiamento. L’altruismo è un fenomeno interculturale che pone un rompicapo evolutivo. Perché qualcuno dovrebbe mettere in atto un comportamento che va a beneficio di un altro, ma che comporta un costo personale? Comportamenti così costosi non dovrebbero essere favoriti dalla selezione naturale. Una teoria è che l’altruismo segnali qualità desiderabili, come la cooperatività o la dotazione genetica, attirando così potenziali partner. In effetti, alcuni risultati hanno dimostrato che gli individui altruisti sono percepiti come partner più desiderabili.

Uno studio del 2017 condotto da Arnocky e colleghi ha riportato che il comportamento altruistico era positivamente associato al successo nell’accoppiamento, al numero di partner sessuali (sia nella vita che occasionali) e alla frequenza di rapporti con il partner attuale. Questi risultati erano più marcati per le donne che per gli uomini e si mantenevano anche quando si controllavano l’età e la personalità.

In questo lavoro, Lili J. Judd e colleghi hanno condotto una replica diretta dello studio 1 di Arnocky et al. (2017), sostenendo che “se una spiegazione evolutiva degli effetti osservati è corretta, allora risultati simili dovrebbero emergere in campioni diversi e in altre regioni del mondo”. I ricercatori hanno reclutato 445 partecipanti australiani non sposati, di cui 220 avevano attualmente una relazione sentimentale e 225 no. I partecipanti hanno fornito informazioni demografiche (ad esempio, età, sesso, etnia),e hanno completato un questionario che misurava il loro altruismo, la loro personalità (che comprendevano i domini Big Five) e il loro successo nel trovare partner. Venivano poi valutati il numero di partner sessuali stabili e occasionali che avevano avuto nella vita e, per coloro che avevano una relazione sentimentale, quante volte avevano avuto rapporti sessuali con il partner nei precedenti 30 giorni.

Judd e colleghi hanno riscontrato che l’altruismo autodichiarato non era associato al successo di accoppiamento, rilevato attraverso i vari indici. Ciò si è verificato anche controllando l’età e i tratti della personalità. Inoltre, il sesso dei partecipanti non ha avuto effetti moderatori, con uomini e donne che hanno mostrato gli stessi risultati. Gli autori scrivono: “In breve, i risultati sono in contrasto con quelli riportati nello studio originale e forniscono la prova che l’altruismo non predice il successo di accoppiamento negli esseri umani”. Una potenziale spiegazione per l’incoerenza dei risultati tra la presente ricerca e lo studio di Arnocky et al. (2017) è rappresentata dai diversi gruppi di popolazione (australiani e canadesi). Potrebbe essere che l’altruismo sia più apprezzato in alcune regioni rispetto ad altre. Tuttavia, le differenze culturali sarebbero una prova contro una spiegazione evolutiva.

Una seconda spiegazione potrebbe essere l’errore casuale, per cui l’ipotesi di segnalazione costosa è corretta, ma non è stata osservata nel presente lavoro a causa della dimensione del campione. Gli autori concludono: “Raccomandiamo ulteriori ricerche che verifichino le variazioni interculturali per aiutare a stabilire i contributi culturali ed evolutivi dell’altruismo al successo di accoppiamento nelle varie regioni del mondo”.

Articolo tradotto e adattato dalla dottoressa Erika Aiello dal sito: https://www.psypost.org/2022/07/contrary-to-prior-findings-new-study-suggests-altruism-does-not-predict-mating-success-63571

Bibliografia:

Judd, L. J., Mills, J. G., & Allen, M. S. (2022). Altruism does not predict mating success in humans: A direct replication. Evolutionary Behavioral Sciences.