DISFUNZIONE ERETTILE
L’erezione è sempre stata investita di significati così determinanti per l’uomo da renderla un vero e proprio sinonimo di virilità e la sua compromissione, che rappresenta uno dei problemi più frequentemente riportati negli studi di sessuologia, provoca ansie e preoccupazioni spesso maggiori di quelle legate ad altre problematiche sessuali. Tali ansie possono portare ad assumere atteggiamenti di continuo controllo dei propri genitali alternati a comportamenti di disinteresse per non vedere il problema.
Cause del disturbo erettile
L’erezione è un meccanismo naturale che risente, però, di molti fattori, sia fisici sia psicologici. Per questo, nel caso di una sua compromissione, in passato chiamata impotenza e attualmente disfunzione erettile, che consiste nell’incapacità di raggiungere o mantenere un’adeguata erezione necessaria alla penetrazione, è importante escludere eventuali cause organiche, come patologie fisiche quali il diabete mellito, alcune malattie neurologiche ed endocrine, malattie cardiovascolari, l’abuso di alcol, farmaci o droghe, e la presenza di disturbi mentali (come depressione e ansia).
Un ottimo indicatore per rassicurarsi sul funzionamento organico del proprio organo genitale sono le erezioni spontanee notturne e mattutine, o il verificarsi dell’erezione al momento della masturbazione, che indicano con una buona probabilità che il problema sia dovuto a cause di tipo psicologico.
Episodi sporadici possono manifestarsi in ogni persona (la cosiddetta “cilecca”), però, se la prestazione sessuale viene vissuta con un alto grado di ansia e si ha avuto un episodio di impotenza, è probabile che ci si avvicini al rapporto successivo con una tensione da prestazione certamente aumentata e di conseguenza le probabilità di fallimento saranno ancora maggiori. Un’ansia troppo elevata, infatti, provoca una vasocostrizione che impedisce il meccanismo dell’erezione. Perché, come forse non tutti sanno, il meccanismo dell’erezione ha luogo se c’è un rilassamento a livello genitale, solo così il sangue potrà fluire e dar luogo all’erezione.
La cosiddetta ansia da prestazione può nascere da idee sbagliate tipo: “devo aver voglia ed eccitarmi subito”, “non devo dimostrare incertezze” e può avere come effetto comportamenti che poco si integrano con la funzione sessuale. Ad esempio, il cosiddetto spectatoring, ovvero l’osservare la propria “prestazione” come fossimo un giudice esterno (unito a pensieri sulle conseguenze negative di una non adeguata prestazione, e a frasi tipiche quali “avrò l’erezione?”, “devo far godere”, “tanto non ci riesco”) è un fenomeno psicologico che distrae l’uomo dall’esperienza di eccitamento interno (immagini sessuali, fantasie ed emozioni) ed concorre a mantenere il disturbo.
Terapia del disturbo erettile
In caso di ansia da prestazione è importante aiutare l’uomo a non preoccuparsi della prestazione, focalizzando l’attenzione sugli stimoli erotici del momento presente, utilizzando anche immagini e fantasie sessuali. Utili sono anche esercizi di rilassamento e di focalizzazione sensoriale in cui si insegna a riscoprire la stimolazione e i tipi di contatto più piacevoli, migliorando anche la comunicazione sessuale della coppia e arricchendo il repertorio sessuale.
Per affrontare la disfunzione erettile si utilizza la terapia mansionale integrata e, in caso di malfunzionamento organico, è previsto l’utilizzo o l’integrazione di un trattamento farmacologico e/o chirurgico.