Parafilie e perversioni
Chi non ha mai avuto delle idee o fantasie un po’ particolari in ambito sessuale? La maggior parte delle volte queste rimangono tali, talvolta invece se ne parla con gli amici, con il partner oppure si prova a metterle in atto. A volte però capita che queste idee si facciano insistenti fino a trasformarsi in vere e proprie ossessioni, oppure a diventare l’unico modo di godere della sessualità.
Dove si situa il confine tra fantasia e patologia?
Quando si parla di perversioni o deviazioni sessuali in campo clinico è più corretto definirle parafilie. E queste, seppure in continua evoluzione, per essere tali devono soddisfare alcune condizioni: ad esempio, riguardare oggetti o esseri viventi non umani, ricevere o infliggere al partner un’autentica umiliazione fisica o morale, oppure riguardare bambini o altre persone non consenzienti. Spesso queste rappresentano l’unico modo per eccitarsi, e possono portare a una compromissione sociale (come la perdita del lavoro, l’isolamento sociale, problemi legali ecc.).
La possibilità di provare curiosità, desideri o impulsi strani, oppure che una coppia decida consensualmente di metterli in pratica, non significa essere malati. Si parla invece di parafilia nel momento in cui questa modalità di eccitazione atipica si trasforma in un grave limite per la persona, compromettendo le sue relazioni e creando un forte disagio sia a livello personale che sociale.
Le principali parafilie si suddividono in esibizionismo, voyerismo, e frotteurismo ovvero rispettivamente l’eccitarsi nel mostrare i genitali, nello spiare altri nudi o in situazioni intime e nello strusciarsi agli altri in luoghi affollati come sui mezzi pubblici.
Di norma questi atti avvengono senza il consenso delle ”vittime”, anzi spesso è proprio la loro reazione sconcertata o imbarazzata a eccitare.
Abbiamo poi la pedofilia, ovvero la ricerca di pratiche sessuali con bambini, solitamente in età prepubere; il masochismo e sadismo sessuale, che consistono nell’infliggere o subire dolore (da cui si differenzia il BDSM, bondage disciplina, dominio e sottomissione, sadismo e masochismo).
Il feticismo, ove l’attrazione è relativa a oggetti inanimati (ad esempio scarpe o biancheria intima), solitamente toccati durante la masturbazione per il raggiungimento dell’orgasmo.
Infine, terminiamo con le “parafilie non altrimenti specificate”, molto più rare, che comprendono zoofilia (pratica sessuale con animali), coprofilia (piacere ottenuto dal contatto con escrementi), necrofilia (piacere ricavato da atti sessuali con cadaveri), scatologia telefonica (piacere ottenuto esclusivamente effettuando telefonate oscene) ecc.
Per alcune persone le fantasie parafiliche sono indispensabili per l’eccitamento sessuale (parafilici esclusivi), per altri le preferenze parafiliche si presentano solo occasionalmente (ad esempio durante periodi di stress).
Le ipotesi relative alle cause coinvolgono quasi sempre condizionamenti, situazioni o traumi relativi all’infanzia e
POSSIBILI INTERVENTI
Il trattamento prevede solitamente una psicoterapia individuale mirata alla riduzione del sintomo (ad esempio mediante una desensibilizzazione specifica dei comportamenti parafilici) o alla comprensione di questo e del significato che ha per quella persona, nella sua storia di vita.
Va segnalato però che molto raramente questi individui si rivolgono a psicoterapeuti, sessuologi o medici se non spinti da partner o circostanze esterne.
Possiamo evidenziare come le perversioni sopraelencate riguardino quasi esclusivamente gli uomini, ad eccezione del masochismo sessuale. La motivazione di questa disparità non è ancora del tutto chiarita ma certamente la sessualità estremamente più complessa, globale ed emotiva dell’universo femminile può essere un primo indizio.